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La piazza di Casapound

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Contro il governo dei banchieri

 

No al governo delle banche, no al governo Monti. Sì, invece, al mutuo sociale e alla tutela delle fasce più deboli. Così, sotto lo sventolare delle bandiere rosse con la tartaruga, è scesa in piazza ieri pomeriggio Casapound, il movimento guidato da Gianluca Iannone. Movimento che non esita ad autodefinirsi dei ‘fascisti del terzo millennio’. “C’è chi si rifà a Marx o a Ford – ha spiegato il leader – io voglio avere la libertà di rifarmi a Mussolini, a livello filosofico e politico”. Ma non ci stanno a essere considerati nostalgici. Tra le circa 6.000 persone che oggi hanno sfilato da piazza Mazzini a ponte Milvio (cifre della Questura), non un simbolo del ventennio, non un gesto che richiamasse a quella dittatura. Piuttosto, oltre ai loro stendardi, tricolori (fumogeni compresi) e bandiere spagnole in segno di solidarietà, e anche siriane di un gruppo di giovani sostenitori di Assad. E soprattutto striscioni, con i punti caratterizzanti del programma di Casapound: nazionalizzazione delle banche, mutuo sociale e sostegno ai marò trattenuti in India. Ma è contro la ‘politica dominante’ che si scaglia la polemica di Casapound. ‘Falli piangere’ si legge nello striscione di testa, sotto i volti di Alfano, Monti, Bersani e Fornero. E poi gli slogan, scanditi dai militanti organizzati in modo rigoroso, in fila per sei con le bandiere. Ce n’è per tutti, anche per le amministrazioni di centrodestra di Alemanno e Polverini. “Storace non ci piace, e neanche Alemanno” spiega Iannone annunciando loro candidati alle prossime Amministrative. Rimandano al mittente gli attacchi di chi non avrebbe voluto farli sfilare.

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