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La truffa è servita

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L’ultima trovata democratica

 

Ad esito di una ampia ed approfondita discussione, terminata a notte fonda, su tutti i nodi più complessi dell’amministrazione della Giustizia civile e del ruolo dell’avvocatura, il ministro della Giustizia, i rappresentanti del CNF ed i presidenti degli Ordini e delle Unioni regionali che hanno accolto l’invito a partecipare all’incontro, si è convenuto di introdurre l’assistenza necessaria degli avvocati nei procedimenti di conciliazione obbligatoria  e di costituire una cabina di regia permanente tra il ministro e l’avvocatura per risolvere il problema urgente dello riduzione dell’arretrato civile,  con il coinvolgimento dell’avvocatura nella giurisdizione, la promozione della negoziazione assistita affidata ai difensori, la introduzione di limiti per valore alla conciliazione obbligatoria o, in alternativa, la fissazione di tariffe graduate. La riunione ha segnato un risultato positivo che CNF ed Ordini hanno ottenuto, per la prima volta, dopo molti mesi di tensione, superando polemiche e pregiudizi. “Oggi ricomincia un cammino comune per il bene della Giustizia in Italia  – ha affermato il Guardasigilli a termine della riunione – questo cammino comune -conclude Alfano- porterà grandi risultati ai cittadini nel segno della efficienza della Giustizia civile”. 

Chapeau! Raddoppiati i costi ed i tempi del giudizio.

Anche chi ha palesemente ragione dovrà:


– Richiedere la mediazione,

– Pagare la mediazione,
– Cercarsi un avvocato,
– Pagare il lavoro dell’avvocato (il vero costo di questa “mediazione”)
– Pagare il proprio consulente tecnico,
– Fare causa in giudizio, questa volta pagando nuovamente l’avvocato ed anche le spese di giudizio


L’obiezione è, invece, che la maggior parte delle cause trattate in mediazione si risolveranno positivamente.
Salvo non venirci a spiegare perchè:


– Già ora la transazione stragiudiziale non funziona

– Gli stessi soggetti (gli avvocati) che già oggi possono transigere consigliando al cliente la strada extragiudiziale, più veloce ed economica, potranno consigliare il cliente se accettare o meno (cercare o meno) l’accordo nella mediazione.


Che differenza c’è tra un avvocato che consiglia un cliente circa la scelta di andare o meno in giudizio  e un avvocato che consiglia un cliente circa la convenienza o meno della conciliazione in mediazione? Nessuna.


Che la colpa sia dell’avvocato che spinge il cliente ad andare per forza in giudizio o di quest’ultimo che pretende la sentenza del giudice, il risultato non cambia di certo se si aggiunge una nuova fase gestita dagli stessi soggetti.

Preoccupati dagli interessi delle società di formazione dei mediatori, degli organismi di mediazione e degli avvocati, hanno già dimenticato che la riforma doveva favorire il cittadino, dimezzando i costi ed i tempi della giustizia…e li hanno serenamente raddoppiati! 

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