lunedì 11 Novembre 2024

LA CINA CONQUISTA I BIG DELL’OCCIDENTE

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Per il Bilderberg group lo sviluppo di Pechino sta mutando tutti gli equilibri geopolitici ed economici

Stresa. “La cina sta cambiando e cambierà sempre di più gli equilibri del mondo. Ma la strada che ha davanti a sé è densa di ostacoli e irta di difficoltà”. Henry Kssinger a Stresa, davanti al gotha mondiale della finanza e della politica riunito in occasione della seconda giornata dei lavori dell’incontro annuale del Bilderberg group “riapre” per la seconda volta alla Cina. La prima avvenne quando era segretario di Stato del Presidente americano Richard Nixon e aprì, tra lo stupore generale, a Pechino con la cosiddetta politica del ping pong: per la prima volta dalla vittoria dei comunisti di Mao la nazionale americana di ping pont appunto poté varcare i confini cinesi e giocare con la nazionale locale. Così il repubblicano Kissinger, pragmaticamente, tese la mano a Pechino e spaccò il blocco comunista allora guidato dall’Urss. Il mondo, da quel momento, cessò di essere bipolare.
Oggi, come allora, è ancora la Cina che entra prepotentemente sulla scena geopolitica. “Il mondo non sarà più come prima dopo l’ingresso sui mercati del gigante cinese, la manifattura del mondo”, gli fanno eco Eberhard Sandschneider, direttore dell’Istituto tedesco per la politica internazionale e Jorma Ollila, presidente e Ceo della Nokia, il colosso europeo di telefonini. Pechino sta cambiando gli equilibri politici e la base produttiva mondiale: gli altri Paesi devono cambiare la loro “missione economica”: più ricerca nei settori di punta e meno prodotti a basso costo. E in fretta. Certo Pechino ha aperto alla proprietà privata nella ultima versione della Costituzione appena approvata ma occorre molta cautela. Il Paese ha bisogno di una guida sicura per evitare pericolosi focolai di instabilità e affrontare le immense sfide sociali: si prevede nei prossimi anni un esodo biblioco di 250 milioni di cinesi dalle campagne alla città e già offi la classe agiata cinese è più grande di quella europea e prima o poi chiederà maggiori libertà civili. Un tema caldo quello dei diritti umani, una questione che l’Europa e gli Stati Uniti hanno affrontato con molta prudenza. La cina preme su Bruxelles perchè venga rimosso il bando della vendita di armi varato dopo la repressione di piazza Tienanmen e francesi, tedeschi e inglesi (in sala tra i 130 big presenti c’era Philippe Camus, Ceo di Eads, il gigante dell’areonautica europea) cominciano a chidersi se non sia giunto il tempo di una svolta.
Sullo sfondo resta la debolezza delle strutture societarie e del mondo creditizio cinese, motivi che hanno indotto le autorità monetarie locali alla prudenza verso chi chiedeva tassi di cambio più flessibili rispetto al dollaro.
Anche il mercato petrolifero ha subito lo shock cinese. L’ingresso della Cina ha cambiato gli equilibri dei consumi di greggio facendola diventare un elemento destaibilizzante sui mercati cui solo la Russia di Vladimir Putin può, grazie alle risorse immense di greggio che si trovano sul suo territorio e alle nuove tecnologie estrattive occidentali, porre rimedio. Mosca potrebbe – secondo il Bilderberg group – “calmierare il mercato del greggio e del gas”. Ecco perchè la stabilità politica della Russia è di fondamentale importanza per le sorti future dell’Occidente.
Infine si è parlato di elezioni americane dove Ralph Reed, presidente del Century Strategies, per i repubblicani e John Edwards, senatore democratico della Carolina del Nord e sfidante alle primarie di John Kerry, hanno parlato delle prossime consultazioni di novembre. Le ultimissime previsioni elettorali rese note nel corso del meeting sono di un testa a testa tra i due sfidanti per la Casa Bianca: 45% a 45%, il resto indecisi.

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