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Lettera da Maidan

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Ciao Gabriele, 

sono stato a Kiev in questi giorni. Ho reso omaggio ai caduti di Maidan (..è già diventata meta di pellegrini da tutte le parti del mondo..). Credo che la storia moderna non ricordi barricate che abbiano lasciato oltre cento morti sul campo in pochi giorni di scontri duri. Ho chiesto ai miei colleghi di Kiev di portarmi nella sede di Pravy Sektor perché volevo contribuire alla loro lotta, purtroppo solo con un contributo. Hanno telefonato ci hanno dato l’indirizzo poco distante dal palazzo presidenziale.
Era la sede del braccio operativo di PS non quello politico. Mi hanno accolto tre ragazzi ventenni, fieri. Una scrivania, una risma di volantini, un foglietto con dei numeri di telefono con l’intestazione “per la mobilitazione”.
Non mi hanno dato ricevute, mi hanno chiesto di scrivere io qualcosa per PS con il mio contributo. Poteva essere una sede di TP, stessi giovani, stesso stile. Ho chiesto se potevo avere un bracciale con la runa, mi hanno detto che erano solo per i militanti. Ci siamo salutati, mi hanno dato la mano, ho dato l’avambraccio. Il sorriso del ragazzo mi ha fatto capire, se ne avevo bisogno, con chi stare.
Me ne frego se il peggio dell’occidente sta cercando di metterci mano o bocca, ma le sensazioni davanti alle immagini dei caduti, insieme all’orgoglio e la fierezza di quella gente mi hanno fatto battere il cuore politico dopo tanto, tantissimo tempo.
Slava Ukraini.  

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