lunedì 2 Dicembre 2024

L’Europa sfida ancora le stelle

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E’ partito l’Ariane 6, il nuovo lanciatore europeo destinato a portare l’Europa di nuovo in prima fila sia tra chi ha un accesso allo spazio sia nella Space Economy. Dopo un anno di fermo dei lanci, sulla foresta che circonda il Centro Spaziale europeo di Kourou (Guyana Francese) è risuonato di nuovo il rombo di un lanciatore. Il razzo dell’Agenzia Spaziale Europea si è alzato puntualmente nel suo primo volo, un vero e proprio test di tecnologie cruciali per il futuro. A metterle a punto una squadra di 13 Paesi, compresa l’Italia, guidata dall’Esa con ArianeGroup, Arianespace e l’agenzia spaziale francese Cnes.
Avvenuto con un’ora di ritardo per un problema tecnico presto risolto, è stato un lancio perfetto, nel quale tutto è andato secondo i programmi. Il lanciatore si è alzato in un cielo azzurro, lasciando una scia perfetta tra le nuvole, salutato dal lunghissimo applauso di chi ha seguito il lancio dall’edificio in cui si trova il centro di controllo, vero e proprio cuore del Centro Spaziale europeo di Kourou.
Il rilascio dei satelliti Dopo il lancio, il motore Vinci ha portato lo stadio superiore nell’orbita corretta per rilasciare i nanosatelliti e gli esperimenti. Quindi si è riacceso per un’ultima volta, come previsto, per modificare la sua orbita e cominciare a scendere verso l’atmosfera terrestre. Qui ha rilasciato le due capsule di rientro sperimentali e poi ha proseguito il suo viaggio per bruciare nell’impatto dell’atmosfera. Le due capsule, come eventuali frammenti dello stadio superiore di Ariane 6, sono stati immessi su una traiettoria di rientro controllato su una zona sicura del Pacifico.
“Ariane 6 farà la storia” “Ariane 6 farà la storia”, dice entusiasta il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher. “E’ emozionante sapere di essere pronti ad avere un impatto sulla storia dell’Europa e sul suo futuro, per generazioni di Europei”. Per Aschbacher non c’è dubbio che il lancio di Ariane 6 sia “un momento storico che ristabilisce l’accesso dell’Europa allo spazio, un momento speciale del quale siamo orgogliosi”. Ed è “solo il primo passo: abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma – aggiunge – siamo decisi a cambiare il futuro dell’ecosistema dello spazio europeo”.
L’anno di fermo La riuscita del lancio è un’ottima premessa per guardare al futuro, che prevede 6 lanci nel 2025 e 8 nel 2026. Si apre innegabilmente una nuova pagina per l’Europa dello spazio, soprattutto dopo lo stallo che si è creato nell’ultimo anno. Nel luglio 2023 è infatti andato in pensione il più grande lanciatore dell’Esa, l’Ariane 5, dopo che i voli del secondo lanciatore della squadra europea, la Soyuz, erano stati bloccati con l’inizio della guerra in Ucraina; il terzo lanciatore, Vega, è stato sostituito dal Vega C, costretto però a uno stop nel 2023 dopo il fallimento del suo secondo lancio. Di conseguenza nell’ultimo anno l’Europa è stata costretta a lanciare le sue missione chiedendo dei passaggi sui razzi di aziende private, come SpaceX.
Le caratteristiche di Ariane 6 Con l’arrivo di Ariane 6 si affaccia sulla scena internazionale un lanciatore dalle caratteristiche uniche. Alto 56 o 66 metri, a seconda della configurazione, e con un diametro di 5,4 metri, l’Ariane 6 affronta il suo primo volo nella configurazione chiamata A 62, caratterizzata da due booster laterali, più piccola rispetto alla A 64 con quattro booster. Il nuovo grande lanciatore europeo è meno potente dello Space Launch System della Nasa come del Lunga Marcia 10 della Cina, ma ha dalla sua innovazioni decisive per un futuro nel quale i satelliti sono destinati ad avere un peso sempre maggiore nella società e nella vita quotidiana: dalle comunicazioni alla navigazione fino all’agricoltura, come rileva il direttore generale dell’Esa.

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