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L’opera dei pupi

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Israele ha sperato nella rielezione di Ahmadinejad. Tra di loro insulti e minacce ma fanno sempre piedino

 

 I dirigenti di Gerusalemme, scriveva venerdì Maariv, tifavano per Mahmoud Ahmadinajed colui che ha negato l’Olocausto e auspicato che Israele sia cancellato dalle mappe- “Se Ahmadinejad sarà sconfitto – lamenta l’opinionista israeliano Ben Caspit – lo rimpiangeremo”. Paradossale? Secondo Maariv, con il suo atteggiamento Ahmadinejad ha anche “rappresentato il più bel dono dell’Iran a Israele” aiutando a convincere il mondo della minaccia legata ai progetti nucleari iraniani. Su Yediot Ahronoth, l’esperto Soli Shavhar osserva che con Moussavi l’Iran sarebbe uscito dall’isolamento ma si sarebbe avvicinato pericolosamente alla bomba atomica”.

Sono decenni che Teheran e Tel Aviv si sostengono vicendevolmente con una fitta rete di relazioni commerciali che hanno anche compreso la cessione di armi israeliane all’Iran e che vedono tuttora il paese degli ayatollah rifornire lo stato ebraico di petrolio via Amsterdam. Insieme hanno partecipato alla spartizione dell’Iraq. Si scambiano continuamente insulti e minacce con toni esaltati ma poi fanno regolarmente piedino. Un giorno litigheranno davvero e proveranno a farsi male? E’ possibile ma quel giorno di sicuro non è oggi.

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