Dalle lettere della cuoca del bunker
Un gruppo di lettere scritte dalla cuoca personale del dittatore tedesco Adolf Hitler ha rivelato i dettagli dell’ultima cena del Führer, il 30 aprile 1945. Constanze Manziarly, giovane cuoca ventitreenne della cucina di Hitler, preparò per il dittatore e sua moglie Eva Braun, appena sposata, un pasto frugale a base di spaghetti al pomodoro semplice, uova al tegamino e purè di patate. Fra la prima portata e il secondo la coppia si suicidò. La cuoca continuò a preparare il pasto, ignara della fine del suo capo. Nelle lettere, rivelate allo storico tedesco Stefan Dietrich dalla sorella della Manziarly, Constanze si lamentava di sentirsi inadeguata e di non riuscire ad accontentare i gusti del Führer, che era rigidamente vegetariano. Assunta nel 1943, poté vedere da vicino un Hitler nella fase discendente della sua parabola, stanco e depresso, «con un piede nella fossa», come scrisse Constanze alla sorella.
Goffamente affettuoso con le sue dipendenti, in un’occasione le aveva regalato un paio di calze grigie: «Il Führer non si intende molto di moda», scrisse la cuoca in una delle sue lettere. Il giorno dopo il suicidio, Constanze insieme alla segretaria di Hitler Traudl Junge e a un gruppo guidato dal comandante delle forze di difesa del Reichstag, SS-Brigadeführer Wilhelm Mohnke, cercarono di sfuggire dall’accerchiamento delle forze sovietiche: avevano tutti respinto l’ordine impartito da Hitler il 22 aprile di abbandonare subito il bunker e il loro capo per mettersi in salvo. La Junge riferì di aver visto la cuoca, vestita da soldato, catturata da due militari dell’Armata Rossa che la condussero in una stazione della metropolitana. Da allora non fu mai più vista.