Tra le mille boiate, youtube http://www.youtube.com/watch?v=TGlf-HHZv_o ospita le immagini di una recente puntata dello show del Chiambretti, uomo dalla incontestabilmente bassa statura.
La trasmissione ha dato spazio a Silvia Valerio, la giovanissima padovana che ha presentato il suo “C’era una volta il presidente” di recente pubblicazione.
Gran risalto, ovviamente, alle ammissioni di colpevolezza della Valerio, rea di ammirare a tal punto Mahmoud Ahmadinejad da volergli offrire la propria immacolata grazia.
La Valerio, un corpo da cerbiatta esibito con diabolica malizia, siede lo scranno dell’imputato, rea confessa. Accusata di provocare, per mercificare la sua opera e di stregoneria, per aver flirtato col male assoluto, l’uomo che osa sfidare il pacifico stato d’Israele.
Quando Carla Bruni si lasciò cadere fra le braccia del presidente francese, un anno più in là dell’iraniano, ne nacque giusto il chiacchiericcio da casalinga disperata. Poi furono gli sponsali.
La Valerio è più giovane, eppure in età fertile e maggiorenne ma è scandalo. Sarà forse per la discutibile avvenenza dell’arabo rispetto al fascino del prèsident de la république? O forse è che la giovane veneta ne esalta il coraggio antimoderno, la lotta del suo popolo contro l’omologazione occidentale e il dogma ideologico imposto degli allies? Il dubbio è corrosivo, ammetto.
Prescindendo dalla limpidezza di Ahmadinejad – sulla quale non scommetterei uno scellino – il processo alla Valerio mette a nudo la debolezza degli inquisitori, costretti alla maleducazione (Chiambretti), all’arrogante sberleffo (il femminino ospite, che sbandiera nobili natali e una partecipazione al…grande fratello) e all’insulto (un Giordano Bruno Guerri, indegno del suo nome ed elegante quanto un pusher di Secondigliano), pur di silenziare l’incomoda fanciulla.
Quanta invidia, le grassocce plaudenti in studio dallo sguardo rancoroso.
Il basso presentatore, insolitamente astioso, avrà forse fantasticato, una volta nella vita, su quanto sarebbe stato bello essere un dittatore? Comunista, ça va sans dire.