La procura di Bari interroga Giampiero Spinelli della “Presidium”, l’agenzia che ha arruolato Agliana, Stefio, Cupertino e Quattrocchi. Il sospetto è, nientedimeno, “arruolamento o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero”. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
BARI – Arruolamento o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero. E’ indagato per questi reati e per questo è stato interrrogato dai magistrati di Bari Giampiero Spinelli, amico di Salvatore Stefio e Maurizio Agliana, due dei quattro contractors sequestrati in Iraq il 12 aprile scorso. Tre furono liberati dopo 56 giorni di prigionia, uno, Fabrizio Quattrocchi, fu ucciso dai rapitori.
Spinelli, 40 anni, ha lavorato in Iraq come addetto alla sicurezza, ed è, oltre che amico, anche concittadino e collega del terzo bodyguard, Umberto Cupertino, l’istruttore di arti marziali originario di Sammichele di Bari.
La notizia arriva nello stesso giorno in cui la procura di Roma annuncia che vi sono due indagati, entrambi iracheni, nell’inchiesta per il sequestro. Si tratta di due carcerieri dell’ultimo gruppo che ha tenuto sotto sequestro i tre italiani prima del blitz della Delta Force Usa. I due iracheni, individuati come carcerieri, sono stati arrestati durante quel blitz, in una scuola a sud di Bagdad, che ha portato alla liberazione dei tre ostaggi. A loro carico è stato ipotizzato il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo; non sono accusati dell’omicidio di Quattrocchi perché compiuto da un’altra banda di rapitori.
I due avrebbero confessato agli americani di non appartenere ad alcuna organizzazione e di essere stati ingaggiati, per pochi dinari, al solo fine di custodire i prigionieri per un breve periodo di tempo. Avrebbero anche fatto i nomi dei tre sequestratori che si sarebbero rivolti a loro.
La soddisfazione per il lavoro dei magistrati romani espressa dai tre italiani scampati al sequestro si è ridimensionata in serata quando è giunta la notizia dell’interrogatorio di Spinelli, ascoltato dal procuratore aggiunto del Tribunale di Bari Giovanni Colangelo e, alla presenza del suo avvocato. Al centro delle indagini della procura barese ci sono le attività che Spinelli ha svolto e che avrebbe dovuto svolgere varando con altre persone, il progetto della società Presidium.
Nell’ambito di questa attività – è l’ipotesi accusatoria – avrebbe reclutato i tre italiani poi sequestrati in Iraq. Per quest’ultimo motivo la Digos di Bari sta svolgendo una serie di accertamenti sulla Presidium International Corporation, una società con sede alle Seychelles.
Sul sito web, secondo l’accusa, c’erano un riferimento a Sammichele di Bari, un numero di cellulare che apparterrebbe a Spinelli e un referente che è Stefio.
Sullo stesso sito si fa riferimento alle attività svolte dalla società: questa – si dice sul sito internet – opera nei settori di sicurezza, difesa, protezione del business e gestione di crisi in aree a medio e alto rischio.
I servizi offerti in questi settori “sono sviluppati da uomini di provata esperienza che si avvalgono di tecnologie all’avanguardia capaci di risultati di altissimo livello. La consulenza è rivolta ai governi che necessitano di una rapida risoluzione dei problemi di carattere militare, di difesa e sicurezza interna ed alle aziende mediante la fornitura di personale specializzato fino al recupero di persone in difficoltà”.
Una serie di attività con una spiccata tendenza militare che secondo la procura di bari potrebbe sconfinare nell’arruolamento di persone per combattere al servizio di uno Stato straniero.