venerdì 24 Gennaio 2025

Muskera e volto dello jihadismo contemporaneo

Sembrano tutti eventi indipendenti tra loro ma seguono una logica implacabile

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Le cose sembrano procedere indipendentemente le une dalle altre, eppure seguono una linea di convergenza precisa.

Rammentate

quando tre anni fa sostenni che Zemmour era stato praticamente creato per eccitare le banlieues francesi? Quando dicevo che la guerra in Ucraìna avrebbe permesso che giungessero armi a terroristi islamici?

Avete presente quando sostenni che l’azione russa in Sahel sarebbe servita ad aumentare la pressione subsahariana nel nostro continente?

Cambiamo prospettiva

Vi sovviene che nel febbraio del 2022 sostenni che l’invasione russa dell’Ucraìna era una guerra all’Europa condotta da un fante russo per conto di un generale americano con consigliere inglese?

E qualcuno ricorda che sostenni che i veri obiettivi erano la distruzione tedesca e l’indebolimento francese e che, per questo, tutti gli imperialismi, non solo quello dominante ma anche quelli secondari (Russia, Turchia) avrebbero rilanciato la Jihad?

Facciamo un ulteriore passo indietro

Qualcuno rammenta quando riportavo i disegni del Council of Foreign Relations americano (CFR) di undici anni fa?
Essi erano chiari: spezzare l’asse energetico russo-tedesco (fatto grazie ai russi), fare uscire l’Inghilterra dall’Unione Europea (fatto in proprio), trasformare la Polonia in una potenza militare regionale (fatto grazie ai russi); allentare i legami tra Francia e Germania (fatto grazie agli effetti della guerra condotta dai russi); portare il sud-est del Mediterraneo sotto il controllo energetico israeliano (fatto senza bisogno dei russi).

Se leggiamo quanto avviene oggi in un’ottica complessiva

forse riusciamo a comprendere cosa sta succedendo nel Medio Oriente dove Israele, de-occidentalizzato, sta divenendo il grande hub arabo-israeliano e procede con lo stesso passo dello jihadismo.

E notiamo come la pressione jihadista in quell’area trova un riscontro africano nelle zone abbandonate dai francesi e sotto influenza russa, ed è in piena offensiva.

Capiamo così anche perché i russi hanno abbandonato la Siria e stanno studiando di togliere l’Hts (gli jihadisti siriani) dalla lista delle organizzazioni terroristiche mentre Washington ritira la taglia sulla testa di Al Jolani.

Se l’importante di questa gigantesca azione a tenaglia

è l’indebolimento strutturale europeo e in particolare di Francia e Germania (che da tre anni sono il vero oggetto di diverse guerre oblique), capiamo anche in cosa consiste l’endorsement di Musk all’AfD tedesco, e il tempestivo attentato in un mercatino di Natale proprio nella sua roccaforte, da parte di un lone wolf che, malgrado le grossolane panzane del governo tedesco per evitarlo, porta acqua solo al mulino di quel partito.

AfD è un partito famoso per le sue posizioni anti-islamiche e definito per questo neo-nazista quando si tratta invece di una formazione che insegue l’assistenzialismo alle Cinque Stelle, schierato per l’lgbt Pride e d’ispirazione Sion ultra friendly, con grandi influenze americane e russe ai vertici e nell’apparato. Il suo unico scopo è quello di aiutare Washington (e in subordine Mosca) a realizzare il sabotaggio della locomotiva tedesca ormai sotto attacco da ogni postazione.

Riporre aspettative in questa AfD, almeno tal qual è oggi, è molto più che sbagliato.

Così come lo è riporle nei russi, negli israeliani, negli iraniani o negli americani. Meglio farsi vedere da un buon medico.

Il problema jihadista non riguarda solo Germania e Francia, si staglia all’orizzonte in tutta Europa. Per responsabilità americane, israeliane, russe, turche, saudite, ma si nutre anche dell’ambiente in cui nasce.

E non stupisce che proprio lo stesso quadro disegnato in Francia qualche anno fa e da me subito contestato, abbia preso piede ovunque

Lì la destra zemmouriana, ultrasionista e russoamerican friendly, fronteggiava a parole la sinistra di Mélenchon che si è inventata l’Islamogauchisme (traducibile forse come islamoprogressismo). Nacquero così i due interpreti del dualismo della strategia della tensione.

Lo stesso quadro si è riproposto mondialmente con Gaza per cui interi ambienti di cultura antiebraica di destra si sono scoperti pro Netanyahu e intere sinistre filo-israelite di sinistra si sono ritrovate a sostenere Hamas.

In altre parole ci muovono tutti come burattini, soprattutto quando prendiamo fanaticamente partito per un finto fronte antagonista o contro di esso. Siamo pupazzi.


È necessario acquisire subito consapevolezza


e assumere una posizione centrata, come accadde spesso nel passato, benché ci si sia dimenticato come si fa.

Non si tratta assolutamente di assumere una neutralità vigliacca o di ripiegare nell’attesa, sia ben chiaro, bensì d’imparare ad affrontare le sfide e le minacce come padroni di noi stessi, smettendola di giocare il giochino preparato per noi e di recitare la parte preconfezionata inseguendo sguaiatamente farfalle.

La tragedia va bene, ma usciamo per favore dalla pietosa farsa!

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