A sei mesi dall’invasione russa dell’Ucraìna osserviamo da vicino le baggianate dei sedicenti rivoluzionari russodipendenti
Qualche lista marginale ha proposto l’uscita dalla Nato, senza ovviamente specificare come questa avrebbe luogo. Se se ne parla adesso, dopo un mezzo secolo di oblio, è perché – bollette! – anche questo fa audience. Il solito mercimonio delle emozioni non accompagnato da proposte concrete e, quindi, irrilevante
Forse è il caso di chiarirsi le idee.
Nacque la Nato
La Nato venne edificata perché gli europei si difendessero dalle mire espansionistiche della Russia sovietica.
Da un po’ di tempo vanno di moda i revisionisti alla cacio e pepe, peraltro scotta.
Costoro sostengono che l’espansionismo russo fosse un’impostura, tant’è che il Patto di Varsavia è del 1955 mentre l’Alleanza Atlantica è del 1948.
Però i russi erano a Vienna, sostenevano l’insurrezione in Grecia e si erano presi la Cecoslovacchia con un colpo di mano a cui né gli Usa né gli occidentali risposero. Quelli che conoscono l’importanza che la Cecoslovacchia ebbe per l’economia e per il riarmo del Reich non possono che essere sorpresi dell’indolenza davanti a una tale acquisizione da parte di Mosca.
Le intelligenze sottili tra le oligarchie americane, la finanza americana, l’intelligence americana e alcune presidenze (in primis quella di Roosevelt) e il marciume sovietico giocarono un ruolo decisivo in quell’accordo di Jalta e perfino nella benevolenza verso certe violazioni russe ai danni occidentali.
In quanto al Patto di Varsavia, sarebbe stato proclamato da Kruscev, un paratrozkista, nella logica della rivoluzione ovunque. Con Stalin invece tutti i satelliti erano appunto satelliti e combattevano per l’Urss: la differenza è puramente giuridica e formale. Successivamente Breznev avrebbe trovato una formula intermedia. Ma l’espansionismo russo era un fatto dal 1920, non una teoria.
L’imperialismo russoamericano
Nel 1956 due fatti dimostrarono che, nella relazione ambigua e altalenante tra Russia e Stati Uniti, le concordanze strategiche superavano le ragioni di contrasto.
A Suez entrambi forzarono la mano a Inghilterra, Francia e Israele difendendo l’Egitto, il che fu un bene. A Budapest, male, gli Usa lasciarono fare gli invasori russi (poi nel 1999 in Serbia Mosca avrebbe restituito il favore).
Fu allora che i più avveduti compresero che la Nato non serviva a combattere il comunismo ma a ingessare il riarmo europeo.
Grazie anche alla Tercera Posición delineata da Perón in quell’Argentina che allora era quasi una potenza, vennero delineate le linee politiche di terza via e la ricerca di intese anti-imperialistiche tra non-allineati, i quali rispondevano a ideologie politiche diverse e nelle azioni di sponda non stavano sempre dalla stessa parte. L’Iraq più verso l’Europa, la Siria verso l’Unione Sovietica, l’Egitto alternandosi tra Urss e Usa ma sempre in modo abbastanza autonomo. Perfino la Cina ci s’inserì.
Uscire dalla Nato per creare un polo militare e politico fu un sogno di allora, che aveva un suo perché molto preciso.
Perché avemmo contro gli agenti atlantici
Se abbiamo collezionato accuse e tentativi di criminalizzazione da servizi atlantisti (italiani, ma anche la Cia e l’ala atlantista francese) fu perché in quell’epoca era in atto una vera e propria lotta intestina e celata ai più: quella che per esempio voleva dotare l’Iraq di nucleare.
All’epoca noi che non avremmo aspettato la moda per opporci alla Nato, avevamo anche capito e denunciato le convergenze strategiche tra russi e americani, la loro complicità di fondo e continuavamo a spiegare – parlando quasi sempre al vento – che la Nato non ci avrebbe mai difesi dal comunismo perché il suo vero scopo era un altro.
Tormento ed estasi tra Mosca e Washington
L’intesa tra russi e americani per una quindicina di anni vide però prevalere la discordia sul cointeresse, da quando Mosca s’inserì in Afghanistan. Dal 1991, dopo l’implosione dell’Urss, le cose sono nuovamente cambiate avviandosi verso un nuovo cointeresse. Ho scritto più volte degli accordi e dei trattati, delle linee governative che lo documentano.
A questo punto la Nato era divenuta desueta e sarebbe stato il caso che un’Europa strategicamente forte trovasse il modo di uscirne. Nell’ambiguità tipica di Mosca quest’opzione parve prendere corpo con l’intesa Parigi-Berlino-Mosca dal 2001 al 2011 (malgrado la Georgia) e che fu bruscamente sepolta da Putin.
Malgrado ciò, fino a febbraio di quest’anno, le mosse franco-tedesche per l’autonomia europea sui piani commerciale, energetico, economico, informatico e strategico (pro russo), si sono susseguite a ritmo incalzante ed è stato il voltafaccia putiniano che ha seppellito la dottrina Macron di “morte cerebrale della Nato” e ha rivitalizzato l’Alleanza.
Che s’intende per convergenze oggettive
In questo momento noi si batte il passo di fronte all’oggettiva convergenza di interessi tra Mosca e Washington, quantomeno a discapito nostro.
So che i deficienti reagiscono con risolini beffardi a questa “assurdità”. È perché s’immaginano – o preferiscono fingere d’immaginarsi – la convergenza degli interessi imperialistici con un’alleanza totale. Sarà ottusità cerebrale o mancanza di visioni prospettiche, sarà ignoranza delle basi delle relazioni internazionali (la famosa “unità e scissione” di leninistica memoria) ma commentano sempre qualcosa che non ha niente a che vedere con quanto denuncio e che è sotto gli occhi di chiunque metta assieme i dati e gli elementi.
Che poi, oltre a soffocare noi a tenaglia, i rivali/complici possano farsi reciprocamente male è un fattore in più, perfino secondario. Non credo che si scontreranno ma ne sarei felice: almeno si farebbero male a vicenda.
Usa e Nato visti da chi?
Torniamo a noi. Perché no agli Usa? Perché rappresentano la depravazione e la decadenza occidentalizzata dell’Europa, non perché siano il “male assoluto”, concetto sacralmente e filosoficamente non indoeuropeo. Perché no alla Nato? Perché ingessa e frena l’indipendenza strategica europea, non perché minacci la Russia. Questo non solo non è vero, ma, aggiungo, PURTROPPO non è vero. Perché in due secoli sono già quattro le volte che i russi al momento topico hanno operato la scelta anti-europea e con un voltafaccia vergognoso. A febbraio tutto il comportamento putinista e tutti i pretesti moscoviti sono la ripetizione senza fantasia del voltafaccia del novembre 1940 che assicurò la salvezza inglese e permise l’intervento americano in una guerra che, senza il loro tradimento, sarebbe stata vinta.
Se è vero che solo la relazione russo-tedesca ci può dare la potenza sufficiente per divenire super-potenza, ormai non posso che condividere (ma sotto forma di auspicio) il timore degli americani: che la guida sia tedesca, perché fin quando sia russa i problemi sarebbero pochini.
Quegli anti-Nato che rafforzano la Nato e vagano nell’astrazione
Gli anti-Nato di oggi non si rendono conto che alimentano una polarizzazione ufficiale – ma sostanzialmente blanda – che rafforza proprio la Nato, ma fin qui è poco grave perché si tratta di stupidità politica, d’incapacità di analisi.
Che non abbiano capito che la posta in gioco è l’Europa e che sia per il nucleare che per la New Economy l’Ucraìna è indispensabile alla nostra indipendenza e che proprio per queste ragioni la Russia se la vuol mangiare e gli americani glielo lasciano sostanzialmente fare, è invece questione di immaturità.
Che alcuni folgorati da russite pura credano poi che la Nato minacciasse la Russia e cercasse un casus belli è assurdo, sia perché la storia delle due potenze dimostra il contrario, sia perché non ce ne sarebbe stato alcun bisogno. Nel 2014 invadendo la Crimea i russi violarono il Memorandum di Budapest che aveva disarmato Kiev e al contempo Usa, Inghilterra e Francia tradirono l’impegno preso per iscritto di difendere l’integrità ucraìna. Di quale conflittualità parliamo? A Mosca lasciano fare sempre tutto.
Non tutti gli anti-Nato e anti-Usa nella notte sono bigi
C’è pero di peggio ed è che questo anti-Nato a chiacchiere e senza alcuna dottrina di sostegno (tipo la Macron o la Schaüble) assomiglia in modo imbarazzante al pacifismo dei servi dei sovietici dei decenni trascorsi. Non ha niente di rivoluzionario perché non si fonda su nessuna idea-forza ma sull’angelizzazione di una Russia che, rispetto ad allora, ha semplicemente cambiato involucro, senza migliorare in niente rispetto al tempo sovietico (che peraltro rimpiange e rivendica), anzi peggiorando nell’assistenza sociale.
Quello che è poi orripilante è che si possano avallare le bestiali porcate e le ignobili macellerie che Mosca sta perpetrando da sei mesi esatti, atteggiandosi a rivoluzionari quando si è soltanto servi, asserviti, assoggettati o si è subito il lavaggio del cervello. O si è finanziariamente cointeressati (e ce ne sono!).
Come per le peggio zecche di allora è sufficiente definire il Male (Fascismo, Berlusconi, America, Nato) e accettare come un dato di fatto l’opposizione – che è puramente retorica – a questo male, per sentirsi dalla parte giusta quando, così facendo, si rinuncia ad agire qui e per la nostra stirpe ma ci si consegna, mani, piedi, cervello ed anima, a un soggetto esotico dall’ideologia e dalla sacralità sinistre e ai suoi interessi.
No alla Nato e agli Usa va benissimo, ma attraverso un progetto preciso, con una fattibilità e con una finalità e non come uno slogan da pagliacci isterici: e comunque no a entrambi per l’Europa e per un ordine mondiale che gli verta attorno.
Se ci si accontenta di uno slogan pagliaccesco ed isterico perché non c’interessa il batterci per noi ma tifare contro un player straniero a favore di qualcun altro, anche no. Perchè di Russia e Cina – a parte i deliri dei posseduti che vivono nei propri inferni che si raffigurano come paradisi – il men che si possa dire è che queste non sono meglio dell’America (e già è un eufemismo) e che sicuramente non sono paragonabili a noi.
Contro qualcosa che non ci piace vogliamo batterci per qualcosa di meglio, non per il peggio. Questo lo lasciamo ai compagni. E a quelli che si stanno riformattando sulla loro anima e che hanno lo stesso frasario, le stesse costruzioni psichiche e dialettiche. Ogm che hanno ripreso acriticamente ragionamenti, parole d’ordine e simboli nemici e accusano i coerenti di tradire. Kali Yuga.