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Nel segno di Arafat

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A Fatah: plebiscito per Marwan Barghouthi, bestia nera degli israeliani e dei fondamentalisti

        Marwan Barghouthi, che sta scontando l’ergastolo in Israele con l’accusa di aver organizzato l’uccisione di ebrei, è stato eletto ad un’importante carica nel partito Fatah del Presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Lo rivelano i risultati provvisori delle votazioni per il rinnovo degli organismi dirigenti – le prime da 20 anni a questa parte – che si sono svolte a Betlemme.

Non è stato invece riconfermato l’ex premier palestinese Ahmed Qurie, che ha avuto un importante ruolo di negoziatore negli accordi di pace israelo-palestinese a Oslo nel 1993 e che ultimamente si stava occupando dei colloqui con lo Stato di Israele.

“E’ un risultato inaspettato. E’ un grande cambiamento, un enorme cambiamento”, ha detto Naser al-Kidwa, nipote dell’ex presidente palestinese Yasser Arafat, anche lui eletto membro del comitato centrale. Barghouthi, 50 anni, che ha sempre negato le accuse, è una figura popolare tra i palestinesi, e un tempo era considerato il successore naturale di Arafat, uno dei fondatori del movimento laico Fatah.

Secondo i risultati provvisori, solo quattro dei 10 membri della vecchia guardia di Fatah che cercavano la rielezione al comitato esecutivo centrale – che ne conta in totale 18 – sono stati riconfermati. Gli altri membri eletti – tra cui i due ex alti funzionari della sicurezza, Mohammed Dahlan e Jibril Rajoub – sono tutti nuovi.

Abbas ha spiegato che, con le prime elezioni su suolo palestinese, il partito voleva dimostrare agli elettori disillusi di essere arrivato ad una svolta.

Il movimento che Arafat ha guidato per 40 anni prima della sua morte nel 2004 vuole scrollarsi di dosso le accuse di corruzione e clientelismo, che hanno contribuito alla netta sconfitta nelle elezioni del 2006 a vantaggio del rivale islamico Hamas, contrario alla pace con Israele. L’anno successivo Hamas ha conquistato la striscia di Gaza con una guerra civile, dividendo il movimento di indipendenza palestinese. Il congresso di Fatah è iniziato martedì scorso. Sono più di 2.000 i delegati presenti a Betlemme. La maggior parte dei lavori si sono svolti a porte chiuse. I risultati delle votazioni per l’altro organismo dirigente di Fatah, il consiglio rivoluzionario – che conta 128 seggi -, dovrebbero essere annunciati oggi. Anche qui, si prevede un ricambio generazionale. Abbas, 74 anni, è risultato leader incontrastato dopo un voto per alzata di mano, che ha reso impossibile dire se vi sia stata opposizione alla sua leadership. Secondo i critici, il presidente non è abbastanza forte e il congresso non potrà rafforzare la sua posizione, in quanto non tutti i nuovi membri sono in buoni rapporti lui. Fra gli eletti c’è anche Dahlan, detestato dai sostenitori di Hamas per la repressione che condusse contro il movimento islamico negli anni 90, quando era a capo del servizio di sicurezza preventiva controllato da Fatah. Fatah si dice pronto a negoziare un trattato di pace con Israele, ma sta cercando di riprendersi dal calo di popolarità tra i palestinesi. Abbas attualmente non ha vice-presidente, né vi sono all’orizzonte successori naturali. Fatah controlla la Cisgiordania, separata dal territorio israeliano dalla striscia di Gaza, dove è al potere Hamas.

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