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Nicola Bombacci

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Un nuovo libro rende onore al singolare comunista che amò popolo e nazione

 

Figura controversa ma soprattutto misconosciuta, quella di Nicola Bombacci rivive ora in un libro, scritto da Daniele Dell’Orco, pubblicato da Historica Edizioni e intitolato non a caso “Nicola Bombacci, tra Lenin e Mussolini”. Nato a Civitella di Romagna nel 1879 (e della sua terra porterà sempre fierezza e saggezza contadine, come sottolinea l’Autore) Bombacci aderì giovanissimo al socialismo e quindi, nel 1921 a Livorno, fu tra i fondatori del partito comunista italiano. Tra i nemici più acerrimi del fascismo, attraverso un percorso non solo politico, ma anche umano (Bombacci non chiese mai nulla a Mussolini e fu la moglie a scrivere al Duce per sollecitare un aiuto per il figlio malato, ottenendo subito risposta e assistenza), Bombacci arrivò ad abbracciare le idee più tipicamente socialiste di Mussolini. Nei seicento giorni della Repubblica di Salò, c’era Bombacci accanto a Mussolini. E così in quella macchina fermata nei pressi di Dongo, dove poi venne fucilato assieme ad alcuni ex gerarchi e quindi appeso a testa in giù, assieme al Duce e alla Petacci, a piazzale Loreto. Sotto il cadavere di Bombacci, la scritta “supertraditore”, vergata dai suoi amici e compagni di militanza di un tempo. Una sorta di ‘maledizione’ che il nome Bombacci reca ancora con se, se è vero come è vero – come hanno ricordato l’Autore e l’editore Francesco Giubilei nel corso della presentazione del libro l’altro giorno a Tecchiena – che una nipote del Bombacci è tuttora discriminata nella Romagna rossa proprio per quel cognome e per un libro sullo zio scritto diverso tempo fa.
Aldilà della breve sintesi biografica, quella di Bombacci è una figura che aiuta a riscoprire un periodo troppo frettolosamente rimosso e, a parte una certa saggistica che spesso sfocia nella narrativa priva di fonti (come gran parte delle cose scritte ad esempio sul famoso tesoro di Dongo), questo libro di Daniele Dell’Orco è strumento assai prezioso.
Studente appena 23enne, ciociaro di Tecchiena di Alatri, Dell’Orco è al suo primo libro (a parte l’ebook “Consigli per lo scrittore”), è direttore editoriale del sito letterario Scrivendo Volo e caporedattore del sito Ciao Cinema. Una passione, quella per la scrittura, nata non da moltissimo tempo, dopo aver intrapreso studi universitari di Economia, grazie all’incontro “durante una vacanza assolutamente nichilista in Spagna” con Francesco Giubilei, patron di Historica e noto alle cronache come l’editore più giovane d’Italia. Alla nuova passione, Dell’Orco ha aggiunto quella di sempre per la storiografia, arrivando così a questo libro, prezioso nella ricerca archivistica e che si presenta comunque in uno stile godibile e mai pedante. Si tratta peraltro del primo volume di una collana di tascabili che mira proprio a riscoprire determinate figure della nostra storia più recente e che, nell’immediato, si arricchirà dei lavori di altre due ‘penne’ che, a destra e da destra – ma senza i paraocchi dell’appartenenza – hanno molto da dire, ovvero Roberto Alfatti Appetiti e Marco Iacona. E quanto ci sia bisogno di raccontarla anche da qui la Storia, lo ha ben spiegato Giubilei in un aneddoto che farebbe ridere, se non ci fosse da piangere: presente con lo stand di Historica ad una fiera del libro a Pisa, si avvicina un signore, inizia a sfogliare il libro su Bombacci e quindi esclama: “Io una persona così la impiccherei”. Peccato sia già successo e che, da un punto di vista neanche tanto metaforico, accada ancora oggi, 67 anni dopo.

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