martedì 12 Novembre 2024

Niente torture … siamo inglesi (!)

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Colti con le mani nella marmellata, stavolta gli statunitensi hanno subito ammesso le loro nefandezze in Iraq, pur cercando di ridimensionarle e sottolineando come in una “democrazia” in fondo i colpevoli siano puniti …

Solo dopo una settimana, invece, le prime ammissioni cominciano ad arrivare anche da parte britannica, malgrado un ex ufficiale inglese avesse messo in dubbio la veridicità delle foto e addirittura lo stesso carnefice del massacro di Derry – il generale Jackson – cercasse di difendere la “professionalità” delle truppe di Sua Maestà.


Le stesse foto pubblicate dal “Daily Mirror” e scoperte poi come false, testimoniavano solo in minima parte delle trentaquattro (34) inchieste aperte dalla polizia militare britannica sulle violenze e gli abusi commessi dalle truppe inglesi in Iraq.


Amnesty International, infatti, ha denunciato come da circa un anno il governo di Tony Blair – l’ex bombardatore della Serbia – fosse al corrente delle pratiche di torture e sevizie compiute dai soldati britannici nelle carceri irachene.


L’esperienza di queste pratiche coloniali – d’altronde – agli inglesi non manca di certo, visto il recente passato imperiale e l’allenamento che hanno coltivato nell’ultima colonia dell’Europa contemporanea: l’Irlanda del Nord(1).


Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario del martirio di Bobby Sands – une delle pagine più vergognose nella storia della Gran Bretagna dopo il 1945 – sottolineata dal tentativo dell’ambasciata britannica a Teheran di convincere il governo iraniano a rimuovere la targa della strada a lui dedicata.


Per chi avesse la memoria corta e credesse che determinate pratiche rappresentino per gli inglesi un’eccezione – tanti “liberal” italiani considerano infatti la Gran Bretagna un pò come la culla della democrazia – sarà ora il caso di ricordare alcune testimonianze e denunce perpetrate nei confronti degli aguzzini di Sua Maestà britannica in Irlanda del Nord.


I militanti repubblicani così descrivono le torture e i maltrattamenti da loro subiti:


“Si trattava sostanzialmente di cinque tecniche: incappucciamento, search position, continua esposizione ad un forte rumore meccanico, niente cibo né sonno, brutalità fisiche” … Durante i miei sette giorni da desaparacido non mi sfilarono mai il mio cappuccio dalla testa, fui picchiato decine di volte, non ricordo di aver dormito. Naturalmente oltre alle Special techniques vi erano anche i classici interrogatori di terzo grado durante i quali il pestaggi

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