Con l’uso combinato di droni ed esplosivi e con le dirette lampo in mondovisione, dieci anni fa, l’11 settembre, i vertici del sistema-mondo, simulando un attacco a se stessi, davano il via ad un’offensiva golpistica globale.
“Nulla sarà più come prima” ci annunciarono, e infatti non lo è.
Monopoli dell’informazione mondiale, il potere assoluto di Google di decidere se un’attività, in qualsiasi angolo del mondo, avrà o non avrà mercato. Facebook e Twitter per delineare “democraticamente” il nostro quotidiano. E intanto guerre monopolistiche agli imprenditori liberi (uno dei primi effetti dell’11 settembre fu il fallimento di molte linee aeree minori a vantaggio dei grandi gruppi), economie sabotate dalle agenzie di rating, risparmiatori sfruttati e rovinati dall’associazione a delinquere composta da dette agenzie e dalle banche.
La cartina geopolitica in costante modifica, l’avanzata non regolamentata delle economie di sfruttamento integrale che distruggono quelle a misura d’uomo, disastri umanitari, fame determinata in borsa dalle scommesse sui futures, conflitti etno-sociali, leggi per scrivere la storia senza che a nessuno sia concesso verificare.
E leggi liberticide ovunque e sempre più rigide, alle quali, orwellianamente, la gente non solo sottosta ma cui addirittura plaude, beota.
Intendiamoci: la dinamica era nata ben prima ma il sostegno giuridico, militare, poliziesco e tecnologico alla sua rigida e rapida affermazione fu imposto a partire da quel giorno.
E oggi viviamo esattamente come lo si faceva in una triste repubblica socialistica sovietica, con l’unica differenza che lì, almeno, c’era un lavoro per ciascuno.
La depressione spirituale, psichica e culturale non aveva mai raggiunto simili profondità nella storia della civiltà. La quale in effetti è solo un ricordo.
“Nulla sarà più come prima” ci dissero.
Giusto; infatti nulla lo è.