lunedì 14 Ottobre 2024

Nuova offensiva Karen

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altIntanto i collaborazionisti abbandonano i birmani


E’ stato un reparto di élite della 2a Brigata dell’Esercito di Liberazione Karen ad attaccare  tre giorni fa il cantiere di una grande diga in costruzione nella divisione di Bago,  provocando il ferimento di quattro uomini tra il personale del progetto.
La diga di Thaukyegat è di proprietà della Asia World Construction, una compagnia  birmana coinvolta anche nella costruzione di un altro impianto idroelettrico, quello di  Myitsone, nello stato Kachin, preso di mira da una serie di sabotaggi negli ultimi quindici  giorni.
Gli attacchi rispondono alla politica di sfruttamento indiscriminato delle risorse  naturali delle regioni orientali della Birmania da parte della giunta militare, che svende  elettricità alle “affamate” industrie indiane e cinesi, in costante espansione di consumi  energetici.
La rivendicazione dell’attacco è arrivata da Mae Ae Sein, comandante della  seconda Brigata del KNLA:  “La costruzione della diga metterebbe in serio pericolo decine  di migliaia di persone in questo distretto – ha dichiarato il comandante – Abbiamo assistito ad una massiccia militarizzazione dell’intera regione, con la conseguenza che la  popolazione civile ha dovuto subire soprusi, uccisioni, torture e deportazioni”.
Intanto sale la tensione tra alcuni reparti  della milizia collaborazionista del DKBA e  le truppe di Rangoon. Diversi comandanti  della fazione Karen che dal ’94 aveva  deciso di collaborare con le truppe di occupazione, hanno opposto un deciso  rifiuto al disegno della giunta di  inquadrarli assieme ai loro uomini in una  Guardia di Frontiera alle dirette  dipendenze di ufficiali birmani. Scaduto l’ultimatum del regime per l’accettazione  della proposta, diversi battaglioni birmani  sono entrati nelle zone finora affidate al  controllo del DKBA, lungo il confine con  la Thailandia, probabilmente per una dimostrazione di forza che possa convincere i  miliziani riottosi a cambiare posizione. Numerosi civili hanno lasciato le loro abitazioni  perché a quanto pare si sarebbero verificati già degli scontri.
In questi stessi giorni, anche altri gruppi armati che da molti anni avevano un accordo di  cessate il fuoco con il regime di Rangoon hanno respinto la proposta birmana di  inquadramento nelle forze di frontiera, ed ora si stanno preparando ad affrontare uno  scontro con l’esercito, che ritengono molto probabile. In particolare, le forze armate degli  Shan e degli Wa stanno allertando le loro truppe, che complessivamente contano più di  40.000 elementi.

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