E’ stato un reparto di élite della 2a Brigata dell’Esercito di Liberazione Karen ad attaccare tre giorni fa il cantiere di una grande diga in costruzione nella divisione di Bago, provocando il ferimento di quattro uomini tra il personale del progetto.
La diga di Thaukyegat è di proprietà della Asia World Construction, una compagnia birmana coinvolta anche nella costruzione di un altro impianto idroelettrico, quello di Myitsone, nello stato Kachin, preso di mira da una serie di sabotaggi negli ultimi quindici giorni.
Gli attacchi rispondono alla politica di sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali delle regioni orientali della Birmania da parte della giunta militare, che svende elettricità alle “affamate” industrie indiane e cinesi, in costante espansione di consumi energetici.
La rivendicazione dell’attacco è arrivata da Mae Ae Sein, comandante della seconda Brigata del KNLA: “La costruzione della diga metterebbe in serio pericolo decine di migliaia di persone in questo distretto – ha dichiarato il comandante – Abbiamo assistito ad una massiccia militarizzazione dell’intera regione, con la conseguenza che la popolazione civile ha dovuto subire soprusi, uccisioni, torture e deportazioni”.
Intanto sale la tensione tra alcuni reparti della milizia collaborazionista del DKBA e le truppe di Rangoon. Diversi comandanti della fazione Karen che dal ’94 aveva deciso di collaborare con le truppe di occupazione, hanno opposto un deciso rifiuto al disegno della giunta di inquadrarli assieme ai loro uomini in una Guardia di Frontiera alle dirette dipendenze di ufficiali birmani. Scaduto l’ultimatum del regime per l’accettazione della proposta, diversi battaglioni birmani sono entrati nelle zone finora affidate al controllo del DKBA, lungo il confine con la Thailandia, probabilmente per una dimostrazione di forza che possa convincere i miliziani riottosi a cambiare posizione. Numerosi civili hanno lasciato le loro abitazioni perché a quanto pare si sarebbero verificati già degli scontri.
In questi stessi giorni, anche altri gruppi armati che da molti anni avevano un accordo di cessate il fuoco con il regime di Rangoon hanno respinto la proposta birmana di inquadramento nelle forze di frontiera, ed ora si stanno preparando ad affrontare uno scontro con l’esercito, che ritengono molto probabile. In particolare, le forze armate degli Shan e degli Wa stanno allertando le loro truppe, che complessivamente contano più di 40.000 elementi.