Lo sfondamento della Lega nella terra dei Casalesi
“Abbiamo votato Lega perché Maroni ha inviato l’esercito dopo la strage di San Gennaro. È stato l’unico politico ad aver risposto alle nostre esigenze”. Nei volti giovani, pieni e abbronzati di due sorelle castellane, Anastasia e Aurora Petrella, c’è l’onda di piena del Carroccio nel Mezzogiorno. Oltre la Padania ci sono l’Emilia, la Romagna, la Toscana, le Marche e perfino l’Abruzzo, l’Umbria e il Lazio. Un trend in ascesa consolidato alle ultime Europee. Ma mai a pensare che la Lega sfondasse in Campania, precisamente a Castel Volturno.
Siamo nella Pontida del Sud. Dove l’orgoglio terrone prevale sulla vergogna di vivere in una terra bellissima e offesa. Dove si è sfondato il muro dei pregiudizi a suon di 532 preferenze date al Carroccio. L’8,43 per cento dei cittadini di Castel Volturno ha deciso, il 6 e 7 giugno scorsi, di appuntare una stelletta sull’armatura del guerriero Alberto da Giussano, del lùmbard per eccellenza. Facendo arrivare seconda, dopo Silvio Berlusconi, l’eurocandidata leghista Carmela Santagati, da Scilla. Tanto per rendersi conto della portata dell’evento, nel paese domitio, amministrato dal sindaco magistrato di centrosinistra Francesco Nuzzo, il Pdl ha fatto incetta racimolando il 54,8 per cento delle preferenze pari a 3458 voti, di cui 1184 destinati al premier. Enzo Rivellini, che pur ha portato acqua al mulino del centrodestra, ne ha presi 387. Il Partito democratico si è fermato a quota 13,4 per cento, in termini assoluti 848 voti. Le migliori performance democratiche sono state di Andrea Cozzolino (155 preferenze) e Andrea Losco (117 voti). L’Udc è arrivato al 10,8 per cento, vuol dire 684 voti, di cui solo 84 a Ciriaco De Mita. A questo punto ci si aspetterebbe di trovare, a pochi voti di scarto, i dipietristi o i comunisti divisi. No, Castel Volturno ha voluto premiare Carmela Santagati a cui sono andati 466 voti (9 ne ha presi pure il capolista Umberto Bossi).
Un record assoluto. Costruito in soli cinque giorni di campagna elettorale. E grazie a un gruppo di ventenni che due anni fa ha fondato un movimento politico, Liberamente, con sede nel centro storico e sezione in periferia. Aurora Petrella è la presidente. La sorella Anastasia la portavoce. La sede, alle spalle del Municipio, è intitolata allo zio, vigilante ucciso dalla camorra. “Dopo un anno di attività — spiega Anastasia — hanno aderito al nostro partito due consiglieri comunali. Uno dell’Udc Ferdinando Letizia, l’altro indipendente di sinistra Flavio Iovene. Con entrambi, insieme, abbiamo scelto la Lega. Il motivo? Volevamo misurarci in vista delle amministrative dell’anno prossimo e abbiamo aderito poi ad un’idea di concretezza che non abbiamo visto in nessun altro. L’invio dell’esercito in paese da parte del ministro Maroni ci ha convinti definitivamente”.
Soffrono i giovani leghisti campani a veder dipinta Castel Volturno come la terra di nessuno. “È casa nostra, abbiamo l’obbligo morale di voler cambiare le cose”. La loro outsider, la Santagati, ha avuto una media di 28 voti per sezione, “in nessuna delle 19 non ha preso neanche una preferenza”, dicono orgogliose. Ora gli attivisti di Liberamente sono corteggiatissimi da tutti i partiti. “C’è chi ci ha offerto assessorati, vicepresidenze — racconta il segretario Antonio Leone —, ma il nostro candidato a sindaco è Ferdinando Letizia e parleremo di alleanze solo con chi ci presenterà un programma credibile”. Guardano avanti. Loro.
Ma il fenomeno Lega in Italia, nel resto d’Italia, è studiato e interpretato da tempo. Ilvo Diamanti così lo ha sintetizzato all’indomani del voto alla Camera sul pacchetto sicurezza: “Su questi argomenti (immigrazione e sicurezza, ndr) la sinistra italiana appare lontana dal sentire comune. Mentre la Lega lo interpreta fino in fondo. Anzi: lo moltiplica, lo amplifica. Non c’è bisogno di sondaggi per sapere che gli abitanti del Nord, ma anche del Sud, come quelli del Centro, tradizionalmente di sinistra, si sentono insicuri. E vedono negli immigrati una causa della loro insicurezza. Anzi: la causa principale”. E a leggere i risultati di Castel Volturno emergono due cose: i leghisti dei Regi Lagni hanno grattato voti proprio a sinistra. Dal Pd la distanza è di appena 4 punti percentuale, l’Idv si è fermato al 5 per cento. Il centrosinistra, dunque, non incarna per i castellani l’idea di partito radicato, territoriale, vicina ai bisogni dei cittadini. In grado di rispondere al bisogno di sicurezza dei cittadini, e questo è il secondo punto.
Quello che altrove è una percezione, a Castel Volturno è un’esigenza visibile e tangibile. Nel paese che si estende per 27 chilometri lungo la costa vivono 24 mila cittadini e 11 mila illegali. Almeno così si presume facendo un calcolo sulla base dell’immondizia prodotta. Nel degrado si è mossa in punta di piedi ma convincendo circa 500 persone Carmela Santagati, 28 anni e tre lauree. Che spiega la sua vittoria così: “Nel Sud non siamo tutti uguali. Non tutti soccombono o sono collusi. Essere leghisti al Sud significa voler importare un metodo basato sulla meritocrazia, sulla legalità e sulla concretezza, senza perdere la propria ricchezza. Quando ho visitato Castel Volturno ho visto due città. Una immersa nel degrado e poi delle isole felici, come la sede del Napoli, che assomigliano a Miami. Mi sono chiesta: perché cittadini italiani non devono essere padroni nelle proprie case?”. Già, perché?