L’ennesimo “ritrovamento” paleoantropologico per confortare la sempre assai vaga teoria dell’evoluzione. L’unica cosa certa è che si parla di “Homo erectus”, Ovvero dei bei tempi in cui si andava a testa alta.
Un piccolo teschio trovato in Africa orientale ha offerto agli studiosi di paleoantropologia un anello di congiunzione nell’evoluzione dell’Homo Erectus, con la possibilita’ di ridurre il vuoto di 400.000 anni nei fossili attualmente disponibili. “Potrei ipotizzare che si tratta di una femmina”, ha dichiarato Richard Potts, della Smithsonian Institution di Washington, in una conferenza stampa qui a Nairobi, anche se ha poi ammesso che non e’ possibile determinare il sesso di quella creatura semplicemente dall’arcata sopraccigliare, dalla zona della tempia sinistra e dagli altri frammenti della scatola cranica rinvenuti nel sito scavato a Olorgesailie, una novantina di chilometri a sud-ovest della capitale kenyota. Il frammento risale fra i 900.000 ed i 970.000 anni fa. Lo studioso kenyota Fredrick Manthi ha spiegato che la scoperta e’ importante anche perche’ consente di conferire una qualche identita’ alle creature che, in quella zona, produssero le migliaia di ascie che vi sono state trovate.