Nell’hinterland milanese, un padre ha abusato dei quattro figli, mentre una madre e la figlia maggiorenne hanno fatto prostituire la figlia-sorellina di 11 anni. Cronache da una società disumana. Senza parole.
MILANO – Una vicenda terribile, che racconta il degrado di una famiglia intera. Nell’hinterland milanese, un padre ha abusato dei quattro figli, una madre e la figlia maggiorenne hanno fatto prostituire la figlia-sorellina di 11 anni, con dei nonni che, a quanto pare, non sono mai intervenuti. La vicenda è stata al centro di un processo che si è concluso oggi a Milano. Il padre della ragazzina è stato condannato a 11 anni di reclusione, la sorella maggiore, e un suo amico, rispettivamente a sette anni e quattro anni e mezzo. Lo hanno deciso i giudici della quinta sezione penale del Tribunale.
I nonni sono stati assolti, così come un bidello della scuola frequentata dalla piccola, accusato di violenza sessuale. La madre della ragazzina, accusata di induzione alla prostituzione minorile, qualche mese fa aveva confessato ed era stata condannata con rito abbreviato a otto anni di reclusione. Tutti, eccetto le persone assolte, sono in carcere. La bambina, insieme a un fratello e a una sorella più piccoli, sono ospiti di una comunità protetta.
L’inchiesta era stata avviata nel febbraio dell’anno scorso, quando la figlia 22enne denunciò il padre per le violenze e gli abusi ai quali la costringeva da un paio d’anni, e ai quali sospettava fosse stata sottoposta anche la sorella di 11 anni. Gli accertamenti erano scattati subito. La ragazzina, dopo un primo momento di reticenza, aveva rivelato agli inquirenti il suo dramma. E aveva raccontato di un ambiente familiare dove maltrattamenti e abusi, perpetrati dal padre, erano all’ordine del giorno. Il tutto, consumato sotto gli occhi della madre, che nulla faceva per fermare il marito.
La ragazzina parlò degli abusi subìti dal padre, e della prima violenza, avvenuta da parte dell’allora fidanzato della sorella ventenne, un sottufficiale dell’esercito oggi condannato, mentre la madre e la stessa sorella si trovavano in un’altra stanza dell’appartamento. Infine, la piccola spiegò che madre e sorella, all’insaputa del padre, l’avevano fatta prostituire e che, quando si opponeva, la picchiavano: portavano “dei signori” che si appartavano con lei in una stanza, chiusa a chiave, e quando tutto era terminato “suonavano un campanello”, uscivano e pagavano.
A squarciare il velo su questa storia è stato il pubblico ministero Pietro Forno, ora procuratore aggiunto a Torino. “Pene molto miti – ha commentato, alla notizia della sentenza – se si pensa che solo ieri, a Torino, per un caso di prostituzione minorile, sono state comminate pene da 26 anni in giù”.
Fra l’altro, è anche emerso che la ragazzina, dall’ottobre del 2002 fino a gennaio del 2003 era stata tenuta a casa, senza andare a scuola, ma nessuno aveva segnalato il fatto. Infine si era scoperto che il padre aveva abusato del figlio di otto anni e, anche se in modo meno grave, della sorellina minore. Il bidello assolto oggi era stato uno dei presunti clienti indicati dalla ragazzina.
(10 novembre 2004)