Europa Unita: a chi dà fastidio Finmeccanica?
Chi c’è dietro gli attacchi al gruppo Finmeccanica? Se lo chiedono in molti e Carlo Pelanda cerca di fornire una risposta con un’interessante analisi su “Sussidiario.net”.
Le cronache – scrive Pelanda – in particolare quelle relative a presunti disordini in Finmeccanica e alle dichiarazioni di Frattini che lasciano intendere un’Italia sotto attacco, portano alla ribalta un lato dell’economia solitamente poco commentato sulla stampa: le azioni di penetrazione commerciale come strumento di politica di potenza da parte di una nazione, nonché la difesa da esse.
Tale materia è oggetto di studi che combinano le scienze strategiche con quelle economiche, definibili nel loro insieme come di “geopolitica economica” (un recente libro di C. Jean e P. Savona, non a caso il primo generale e il secondo econo mista, ne spiega bene gli aspetti). Da sempre gli Stati nazionali attuano politiche mercantilistiche dove i governi operano in congiunzione con le imprese per conquistare quote di mercato internazionale o estero.
Negli ultimi anni tale fenomeno – che era limitato da una certa regolazione nel periodo della Guerra Fredda – è aumentato, assumendo le caratteristiche di un insieme di vere e proprie guerre (geo)economiche, così indicando una ri-nazionalizzazione conflittuale del mercato internazionale. Dai primi anni del 2000 anche l’Italia sta giocando questa partita sia in attacco sia in difesa.
Da quali attacchi l’Italia deve difendersi? Multipli, ma mirati su Finmeccanica. Dai primi anni ’90 la Francia persegue la strategia di bilanciare il riemergere della potenza tedesca cercando di conquistare il dominio del mercato italiano e dei suoi attori più importanti. In particolare, punta a conquistare Finmeccanica perché tale eventualità permetterebbe al sistema industriale francese della difesa di essere il più grande in Europa e così condizionare il settore e, attraverso questo, le politiche europee relative.
Quando il governo francese vide che Finmeccanica, dal 2003, si stava trasformando da preda in predatore, con l’acquisizione di una parte dell’industria militare inglese (elicotteri ed elettronica) e, più recentemente, con l’acquisto di importanti aziende statunitensi del settore (Drs, elettronica), tentò di destabilizzare la testa dell’azienda italiana e di influenzare più decisamente il nostro governo per bloccare l’emergere di un potenziale italiano perfino superiore a quello francese. Senza riuscirci, come per altro nel settore bancario ed energetico, e la questione finì con dei compromessi di reciproco equilibrio.
Ma dal 2008 Finmeccanica è sempre più attiva in aree del mercato internazionale che la Francia considera un proprio dominio, per esempio il Mediterraneo occidentale, o una nuova area di penetrazione, per esempio la Russia. Inoltre Parigi ha la priorità assoluta di far usare la propria tecnologia nucleare nel futuro programma energetico italiano, cosa che è contrastata dagli accordi tra le aziende di settore nel gruppo Finmeccanica (Ansaldo Energia) e imprese statunitensi, nonché giapponesi.