Tra la reazione al buonismo disastroso, la convivenza drammatica e l’accettazione dello “scontro di civiltà”
Non vanno alla moschea perché hanno paura. Cara professoressa, noi alla visita guidata non veniamo. E’ successo in una scuola superiore di Parma, non è chiaro quale: c’è riserbo sul nome. “E’ stata una doccia fredda, un fatto gravissimo” dice Luciano Mazzoni, coordinatore del Forum interreligioso di Parma. L’insegnante promotrice ha rinunciato, suo malgrado, al tour nel centro islamico di via Campanini: i suoi studenti hanno risposto in blocco “abbiamo paura”. Segreto anche sull’identità della docente. Dal 2 al 4 ottobre il Forum organizza per le scolaresche un giro nei luoghi di culto cittadini, in occasione della Giornata parmense per il Dialogo interreligioso. Si va in sinagoga, in duomo, nelle chiese avventista, metodista, ortodossa, in moschea appunto. Ma la tappa nel centro musulmano qualcuno non la gradisce.
“E’ un anno difficile, nei mesi scorsi nel mondo abbiamo assistito a numerosi atti di violenza a sfondo religioso – commenta Mazzoni – a turno tutte le fedi hanno subìto, questi episodi rendono anche per noi la situazione delicata”. Ma Parma cosa c’entra? “Anche nella nostra città si avvertono le ricadute di fatti di sangue legati all’intolleranza, in particolare tutte le volte che si riacutizzano l’antisemitismo e l’islamofobia”. Come i cerchi nell’acqua le suggestioni e i pregiudizi si propagano. Si depositano e poi riaffiorano così, in classe una mattina qualunque.
Mazzoni ne ha dato notizia durante una conferenza stampa, mentre stava presentando il programma della settima Giornata per il Dialogo. Presenti anche gli assessori comunale e provinciale alle Politiche sociali, Laura Rossi e Marcella Saccani. “Non sempre la stampa ne viene informata – aggiunge il coordinatore del Forum- ma anche a Parma capitano gravi episodi di intolleranza. Quello che a volte apprendiamo dai giornali è soltanto la punta dell’iceberg, la polizia, la digos in particolare, nella maggior parte dei casi preferisce tutelare la sicurezza delle persone”.
Altri esempi? Mazzoni ad un certo punto dice pane al pane, mette da parte le frasi da conferenza stampa e rivela: “Nel novembre 2011 un piccolo imprenditore di via Campanini riuscì a far annullare un’importante iniziativa organizzata al centro islamico dall’Istituzione biblioteche del Comune di Parma e dalla Biblioteca internazionale Ilaria Alpi, la manifestazione si chiamava ‘Città e culture. Feste dal mondo per la città di Parmà e venne poi ospitata dalla Biblioteca Ilaria Alpi”. Di chi si tratta? “Di Cesare Piazza”, l’incubo del Centro islamico a cui l’artigiano anni fa ha dichiarato guerra per vie legali (con una sentenza favorevole del Consiglio di Stato)
“Io non feci annullare alcunché” è però la replica di Piazza, che raggiunto al telefono precisa: “Non ho il potere di decidere nulla, se ce l’avessi avrei già fatto chiudere la moschea. Del resto se la manifestazione a cui fa riferimento Mazzoni fosse stata legale si sarebbe svolta regolarmente. Ma così non è e io semplicemente lo segnalai all’Istituzione biblioteche di Parma, facendo notare come l’edificio che ospita il centro islamico non avesse tutte le carte in regola”. Riferisce anche di un incontro avuto con lo stesso Mazzoni: “Tempo addietro proposi al coordinatore del Forum una soluzione per la moschea, suggerendone la ricollocazione ad Eia. Un progetto che avrebbe potuto contare sullo stanziamento di 1,6 milioni di euro. Mazzoni si disse molto interessato all’ipotesi, ma adesso dov’è finito quel progetto?”.
Gli altri aderenti al Forum interreligioso e le associazioni amiche confermano che il problema principale quando si parla di intolleranza è proprio legato al centro islamico: “Innanzitutto chiamatelo tutti così e non moschea, altrimenti si cade nella strumentalizzazione – raccomanda Eugenio Caggiati de Il Borgo – e poi mi pare evidente che al luogo di culto musulmano si stia rendendo la vita difficile. Ogni volta che qualcuno solleva critiche sulla presenza del centro religioso in via Campanini i giornali concedono colonne e colonne”.
Mazzoni cita una terza faglia sismica per l’integrazione in città: “Vogliamo parlare della scuola Cocconi? La situazione in quel caso è davvero intollerabile, ho scritto una lettera chiarissima alla passata Amministrazione, in quella scuola sono state create delle classi ghetto”. Altro che marginalità di Parma, città di provincia, rispetto ai fatti internazionali. Tutto si ripercuote, sostiene il Forum interreligioso.
Una convinzione in più da portare nello zaino per i ragazzi, mille in tutto, delle scuole di Parma che hanno accettato di parteciapre alla visita nei luoghi di culto. Anche in quello di via Campanini. Il giro è iniziato lo scorso 2 ottobre e proseguirà fino a giovedì 4: “Il 4 è il giorno di San Francesco, santo che tutte le fedi e i culti rappresentanti nel Forum hanno scelto come simbolo”. Gli studenti potranno anche visitare la mostra del progetto Educ “Religioni e Pace”, allestita nel centro Missionari Saveriani di viale San Martino. Giovedì pomeriggio, sempre dai Saveriani, è in programma inoltre una tavola rotonda su “Le religioni e la crisi sociale ed economica”: parleranno Patrizia Kadija (islam), Yoshua Riccardo Moretti (ebraismo), Daniele La Mantia (consiglio delle chiese cristiane), Giuseppe Robiati (baha’ì). Seguirà una cena. In occasione della Giornata per il Dialogo interreligioso, il Forum ha presentato il calendario 2013: “Nessuna parrocchia di Parma – ha concluso Mazzoni – mi ha invitato per parlarne in chiesa. Gli unici ad accettare sono stati proprio i Saveriani, che non a caso portano avanti una tradizione secolare di dialogo”.