La sera del 10 gennaio 1979 veniva assassinato Alberto Giaquinto.
Era passato un anno dai fatti di Acca Larenzia, ancora non erano stati trovati i colpevoli di quell’efferata strage.
Così il Fuan e il FdG oraganizzarono delle manifestazioni in tutta Roma. Nel popoloso quartiere di Centocelle i ragazzi missini protestarono contro una sede della Democrazia Cristiana, simbolo del governo corrotto di allora. La manifestazione si svolse senza incidenti, ma al termine Alberto e un altro camerata si attardarono sul luogo.
Arrivò sul posto un’auto civetta della polizia, dalla quale scesero due poliziotti in borghese, uno dei quali prese la mira e sparò. Alberto cadde a terra colpito alla testa. La gente accorse e notò che Alberto era disarmato, facendo così crollare subito la versione ufficiale della polizia secondo la quale il giovane era armato di una P38 e il poliziotto aveva sparato per legittima difesa. Alle 20:30 moriva all’ospedale San Giovanni e in quello stesso momento la polizia perquisiva la sua casa cercando delle prove che non c’erano.
Alberto aveva 17 anni.