Se l’Alsazia fosse rimasta tedesca forse non sarebbe successo
Di quale colore è solitamente il miele? Giallo chiaro, verrebbe da dire. Non è così in Francia: qui il miele è verde, ma anche marrone o addirittura blu, un blu vivace. Da agosto le api a Ribeauvillé, nella regione francese dell’Alsazia, producono infatti uno strano miele variopinto. La causa? Anziché dedicarsi ai fiori, gli insetti si sono approvvigionati sulle caramelle colorate M&M’s, o meglio sugli scarti di produzione accumulati all’aperto per essere trasformati in biogas.
PAESE DELLA CUCCAGNA – Il miele, in quanto prodotto alimentare che le api producono dal nettare dei fiori, cambia sapore, colore e proprietà a seconda del tipo di pianta sulla quale si sono posati gli instancabili insetti. Fin qui la teoria, nota a tutti. Gli apicoltori francesi di Ribeauvillé sono però rimasti a bocca aperta quando di colpo le loro api hanno iniziato a ritornare all’alveare con le zampe colorate. Colpa dei pesticidi o perfino del riscaldamento globale? L‘enigma è stato presto risolto: le api non avevano raccolto il nettare dal calice dei fiori, ma si erano invece depositate in prossimità di un impianto per la trasformazione degli scarti (zuccherini) della produzione dei cioccolatini colorati M&M’s. Per gli insetti un vero e proprio paese della cuccagna.
INVENDIBILE – I responsabili dell’impianto sono immediatamente corsi ai ripari. E quegli scarti sono ora ospitati in un magazzino al chiuso. Per gli apicoltori francesi, tuttavia, una misura tardiva, lamenta André Frieh, il presidente dell’associazione degli apicoltori della Regione. Quella nuova produzione è infatti assolutamente invendibile. La Francia è uno dei maggiori produttori di miele in Europa con circa 18.330 tonnellate all’anno. Anche se Ribeauvillé è più conosciuta per i suoi vigneti. Ciò nonostante, in questa regione operano circa 2.400 apicoltori che, con le loro 35.000 colonie, producono 1.000 tonnellate di miele all’anno.
FINE DEL MONDO – Nel caso della cittadina francese le api non ne avrebbero risentito. Eppure, da qualche anno si registra una vera e propria ecatombe negli alveari. La scomparsa delle api è un fenomeno conosciuto. Sempre più sono infatti i Paesi che denunciano uno spopolamento massiccio. La moria di questi insetti è legata a diversi fattori: cocktail di pesticidi e insetticidi, riduzione della biodiversità, infezioni da funghi, cambiamento climatico, colture Ogm e perfino onde elettromagnetiche. Per alcuni, la morte delle api evoca scenari apocalittici. L’equazione è semplice: senza api non ci sarebbe più impollinazione e questo porterebbe alla scomparsa di un numero importante di piante. Di conseguenza niente più cibo per gli animali, né per gli uomini. Diceva Albert Einstein, oltre 100 anni fa: «Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita».