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Quel potere che vorrebbero mantere inviolabile

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Cinque anni in galera prima di essere assolto

In primo grado era stato condannato a 10 anni e 8 mesi e marchiato come mafioso. Il gip che lo mandò in carcere, accogliendo in pieno le tesi della procura, lo definì tanto vicino al capomafia Bernardo Provenzano da far parte di una Cosa sua, più che di Cosa Nostra. Un’espressione forte che doveva rendere l’idea dello stretto legame che univa il padrino di Corleone a Giovanni Mercadante, 61 anni, radiologo con la passione per la politica, eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia. Dopo quasi sei anni di custodia cautelare – tra carcere e arresti domiciliari – e una condanna per associazione mafiosa, la corte d’appello di Palermo – presidente Biagio Insacco – riscrive la storia dell’ex deputato regionale, mandandolo assolto e ordinando la revoca dei domiciliari a cui era sottoposto. 
“Emozionato e felice, non so che altro dire”, sussurra Mercadante, che affida a uno dei suoi legali, l’avvocato Grazia Volo, il commento, anche perché ha perso la voce per la gioia.  Parente dello storico boss di Prizzi Tommaso Cannella, l’ex parlamentare era accusato di essere stato medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica. Indagato già in passato, la sua posizione viene archiviata per due volte. Poi, nel 2006, la svolta nell’inchiesta. A carico dell’ex deputato, alle accuse dei pentiti, si aggiungono le intercettazioni ambientali effettuate nel box del capomafia Nino Rotolo, luogo scelto dai clan per i loro summit. Nei colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante emerge più volte. Per l’accusa, l’ex parlamentare azzurro sarebbe stato pienamente inserito nel sodalizio criminoso.
L’ex politico azzurro fu arrestato nel 2006 al termine di un blitz antimafia denominato “Gotha” . Nel luglio 2009, dopo oltre 17 ore di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione penale di Palermo condannarono il radiologo a 10 anni e otto mesi di carcere per associazione mafiosa. Il medico era stato accusato dai pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci (che avevano chiesto per lui una pena detentiva di 14 anni) di essere a disposizione di Provenzano sia nell’ambito della sanità che nella politica rivestendo un ruolo apicale nel vertice di Cosa Nostra. Secondo la Procura di Palermo l’ex primario della Radiologia del Maurizio Ascoli, nonché primo cugino del consigliori di Provenzano Tommaso (Masino) Cannella, aveva messo a disposizione la sua perizia professionale per l’effettuazione di esami clinici in favore dei boss.
MICCICHE’ – “L’assoluzione di Giovanni Mercadante mi riempie di gioia e lascia dentro di me tanta, tantissima amarezza: Mercadante è stato condannato a patire le pene dell’inferno, ancor prima di ricevere una vera sentenza di condanna”. Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè. “Anni di carcere – aggiunge Miccichè – senza che il fatto sussistesse: non ci sono parole. Solo interrogativi e i tanti dubbi sulla giustizia di questo Paese, che ci portiamo dietro da quasi vent’anni ormai e che ancora una volta – conclude – si dimostrano assolutamente fondati”.
Questo è il potere che alcuni vorrebbero mantenere inviolato. C’è gente che decide della vita altrui, che la stravolge, che la distrugge, secondo le proprie convinzioni soggettive, con autoritarismo arbitrario e totale impunità.

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