Un manifestante delle ”camicie rosse” è rimasto ucciso negli scontri con i soldati all’entrata del quartiere finanziario di Silom a Bangkok. Lo riferiscono testimoni, secondo cui ci sarebbero anche diversi feriti. Sono emersi intanto nuovi dettagli sul ferimento del generale Khattiya ‘Seh Daeng’ Sawasdipol, un leader radicale dei ”rossi” fedelissimo dell’ex premier Thaksin Shinawatra e accusato dal governo di essere un ”terrorista”, dato che guida una fazione di paramilitari altamente sospettata di aver sparato contro i soldati negli scontri del 10 aprile. Secondo l’emittente Tan Network, il ‘Comandante rosso’ – è stato colpito alla tempia sinistra da un proiettile ad alta velocità, mentre stava concedendo un’intervista al corrispondente del New York Times. Khattiya è ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale Hua Chiew.
Le forze armate hanno da tempo dispiegato cecchini sui tetti circostanti il bivacco dei sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra.
Alcuni feriti sono stati ricoverati in un ospedale a Bangkok, nel quartiere degli affari di Silom, meno di mezz’ora dopo che nell’area si erano uditi un’esplosione e colpi d’arma da fuoco. Lo hanno riferito fonti mediche, senza precisare il numero dei feriti. Nelle vicinanze vi è un accampamento di migliaia di manifestanti dell’opposizione. L’esercioto ha detto che avrebbe mandato mezzi blindati a circondarlo per impedire ad altri manifestanti di unirsi a quelli già presenti.
I reparti corazzati dell’esercito thailandese prenderanno posizione oggi alle 18 ora locale (le 13 in Italia) attorno al quartiere di Bangkok occupato dalle ‘camicie rosse’ allo scopo di isolarli e di impedire loro di rifornirsi. Lo ha indicato il portavoce dell’esercito.
In particolare, l’esercito ha indicato che bloccherà l’accesso alle principali strade attorno al distretto commerciale e ha sollecitato i negozi della zona a chiudere. “Porteremo i mezzi corazzati in zona in un’operazione che ha lo scopo di aumentare le pressioni sui manifestanti e limitare l’area”, ha detto il portavoce dell’esercito, Sansern Kaewkamnerd. “Nessuno sarà autorizzato ad entrare nella zona circoscritta, ma ai manifestanti sarà permesso lasciare l’area”, ha aggiunto.
Da tre mesi le “camicie rosse” occupano il distretto commerciale di Bangkok in segno di protesta contro l’attuale governo: chiedono lo scioglimento del Parlamento e la rimozione del primo ministro Abhisit Vejjajiva.
Le autorità thailandesi hanno tolto la corrente elettrica e oscurato i segnali telefonici all’interno dei tre chilometri quadrati occupati dalle ‘camicie rosse’ nel centro di Bangkok, chiudendo inoltre al traffico le cinque principali arterie stradali che circondano la zona e sei stazioni della metropolitana sopraelevata e sotterranea. Le misure sono appena state annunciate alla tv nazionale dal Cres, la task-force militare che ha il compito di gestire la crisi. Chi cercasse di entrare nelle strade interessate dal divieto – Petchburi, Phayathai, Wireless, Rama IV, Ratchaprarop – rischia due anni di prigione. All’interno del bivacco dei manifestanti governativi, in piedi dal 3 aprile, il palco dove si alternano i leader è ora alimentato dai generatori.
Le camicie rosse, espressione della Thailandia più popolare, sono nazionaliste, sociali e in un certo modo tradizionali. Il governo putschista che combattono ha intrecciato relazioni con il governo birmano dei signori del narcotraffico e sta osteggiando la causa Karen.