Le scuole in ordine sparpagliato
Anche in Italia stiamo risentendo del terribile conflitto in Ucraina, con disagi che riguardano in particolare il consumo energetico. I prezzi alle stelle e la conseguente particolare attenzione al risparmio, possibile solo adottando comportamenti virtuosi, investe un po’ tutti gli ambiti, dalla famiglia al lavoro. E non fanno eccezione le scuole. Ma qual è oggi la condizione degli oltre 40 mila edifici scolastici che accolgono le nostre scuole statali? Sono pronti ad affrontare i possibili risvolti negativi derivanti dalla guerra?
Uno studio del portale Tuttoscuola – ripreso da Skuola.net – ha provato a rispondere a questa domanda, soffermandosi sia sulla diffusione dei sistemi per la creazione di energie alternative sia sullo stato d’avanzamento degli interventi strutturali finalizzati alla riduzione dei consumi energetici. Un’elaborazione che parte dai dati più recenti dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, diffusi dal Ministero dell’Istruzione. E che ci mostra, come spesso accade, un’Italia a due velocità.
Quali interventi messi in atto sugli edifici scolastici per il risparmio energetico?
Rispetto a tre anni fa, c’è da dire che emerge un tendenziale miglioramento su tutti i parametri rilevati: installazione dei doppi vetri, isolamento di pareti e coperture, zonizzazione dell’impianto termico, installazione di impianti fotovoltaici. Nessun miglioramento, invece, si segnala alla voce più generale “Accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici”, attestata mediamente al 57,5% degli edifici scolastici coinvolti. Inoltre, a seconda della zona d’Italia su cui ci si concentra, le differenze possono essere davvero notevoli.
Se, infatti, nel Veneto in quasi 8 edifici scolastici su 10 (79,1%) vengono rilevati questi accorgimenti virtuosi, in Calabria succede in poco più di 2 edifici su 10 (23,7%). Allargando lo sguardo, è nelle regioni del Nord Ovest che il quadro risulta più confortante, con il 69% che adotta misure di efficienza energetica. Buono anche il rendimento delle regioni del Nord Est (66%). Percentuale lievemente sotto la media, invece, nelle Isole e nelle regioni del Centro. Comunque meglio del modesto risultato registrato nelle regioni del Sud, che complessivamente non vanno oltre il 43,4% di copertura.
Ma è analizzando gli interventi specifici messi in atto nei vari edifici scolastici, e dal confronto tra l’anno scolastico 2020-21 e l’anno scolastico 2017-18 che è possibile valutare ancora meglio la situazione. Ad esempio, nel 2017-18 l’installazione di vetri e serramenti doppi riguardava il 37,8% degli edifici scolastici; nel 2020-21 la percentuale era salita al 40,6%, con un incremento complessivo di quasi tre punti in percentuale. Praticamente 2 edifici su 5 hanno provveduto a questa installazione.
Anche l’isolamento delle coperture ha visto un incremento di circa tre punti: fino a tre anni fa era del 21,7%, nel 2020-21 è salito al 24,3%,. Proseguendo con l’isolamento delle pareti esterne, se nel 2017-18 aveva sfiorato il 12% (11,7%) nell’ultima rilevazione aveva raggiunto il 14,5%, confermando anche per questi interventi l’incremento di quasi tre punti.
Non hanno invece fatto registrare sostanziali scatti in avanti gli interventi per la zonizzazione degli impianti termici, saliti dal 34,6% al 34,9%. Attualmente, quindi, solo un edificio scolastico su tre ha provveduto alla zonizzazione. Particolare attenzione, infine, merita la voce relativa agli impianti voltaici: nel 2017-18 ne erano stati installati 860, pari a poco più del 2% di tutti gli edifici scolastici; tre anni dopo il numero è salito a 2.245, pari al 5,6% degli edifici.
Risparmio energetico negli edifici scolastici: un’Italia a due velocità
Qualcosa, insomma, si è fatto: ma lo studio rileva che la riduzione dei consumi energetici negli edifici scolastici avanza lentamente. Non solo: anche se siamo davanti a un complessivo miglioramento dei dati nasconde disparità non indifferenti a livello territoriale.
Per i vetri e serramenti doppi, nella media nazionale del 40,6%, primeggiano gli edifici del Veneto (57,9%), del Friuli Venezia Giulia (57,5%) e del Piemonte (56,4%), mentre per gli edifici della Calabria la percentuale non va oltre il 15,2% (circa un edificio ogni sette ha provveduto) e quelli della Campania si fermano al 24% (quasi un edificio ogni quattro). Invece, la media nazionale per l’isolamento delle coperture è del 24,3%, ma il Piemonte ha ben il 41,4% degli edifici provvisti, seguito a distanza dal Friuli VG (36,8%) e da Veneto, Lombardia e Marche (attestate tra il 33% e il 34%). La Calabria è fanalino di coda con il 7,1%, preceduta dalla Campania con il 10%.
Passando all’isolamento delle pareti esterne, si rileva nel 14% degli edifici scolastici ed è di nuovo il Piemonte ad avere la percentuale più alta, con il 30,5%, seguito dal Friuli Venezia Giulia con il 26,6% e dal Molise con il 26,4%. Meno attenta la Campania con il 5,5%, preceduta dalla Sicilia (6,2%) e dalla Calabria (6,4%). Per la zonizzazione dell’impianto termico, che riscalda le diverse stanze di uno stabile in modo indipendente, c’è la media nazionale del 34,9%, e questa volta è il Veneto ad avere il dato migliore, con il 56,5%. A seguire le Marche con il 52,9%, l’Umbria con il 48,3% A distanza di pochi punti in percentuale ci sono Lombardia, Basilicata, Abruzzo e Sardegna, mentre la Calabria, si ferma al 3,4% di tutti gli edifici.
La media nazionale degli edifici scolastici dotati di nuovi impianti per il fotovoltaico, infine, come detto è del 5,6%, ma in Friuli Venezia Giulia si arriva all’11,7% degli edifici, in Piemonte al 10,6%, nelle Marche e in Veneto al 9,1%. Mentre in Campania è soltanto l’1% degli edifici ad averli, nel Lazio il 2%, in Sicilia il 2,4%.