lunedì 14 Ottobre 2024

Sudditanza europea

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Questa Ue, fondata solo su basi economiche e commerciali, non poteva che seguire le direttive degli Usa e schierarsi contro la volontà del popolo ucraino. L’unica democrazia bene accetta è quella imposta da banche e lobbies affaristiche.

L’AJA – Sulle elezioni in Ucraina, l’Europa prende apertamente le distanze dalla Russia di Putin. Mentre l’Unione dei 25 riunita all’Aja parla apertamente di “brogli contro la democrazia” e di “risultati inaccettabili”, Putin bolla come “amorali” le manifestazioni di piazza: “Non c’è alcun diritto morale ad affrontare la crisi elettorale con dimostrazioni di massa nelle strade. Le crisi devono essere esaminate dai tribunali, non dalla piazza. I risultati del voto per le presidenziali in Ucraina sono del tutto chiari”.

Parlando dei giudizi di illegittimità espressi dall’Unione europea e anche dal segretario di Stato americano uscente Colin Powell, Putin ha detto che “nessuno ha il diritto di intromettersi in un processo elettorale che riguarda solo il popolo ucraino. Le elezioni sono un affare del popolo ucraino e non c’è bisogno di alcun riconoscimento da parte esterna; neppure la Russia credo abbia il diritto di intervenire in alcun modo nel processo elettorale”.

Ma il presidente di turno dell’Unione Europea Jan Peter Balkenende non ha peli sulla lingua e parlando della crisi a Kiev dice: “Le elezioni non hanno rispettato le norme internazionali, pertanto la Ue non le può accettare”. Balkenende ha respinto pure le accuse di Putin sulle intromissioni negli affari interni di stati stranieri, affermando che “non è un problema di ingerenza, quanto di sottoscrivere le regole del gioco della democrazia”.

I socialisti europei avanzano una proposta di mediazione, invitando i capi di Stato dei 25 governi dell’Unione di chiedere al presidente russo Vladimir Putin di “cooperare con l’Ue per risolvere l’acuta crisi in Ucraina”. Il capogruppo dei socialisti, Martin Schulz, in queste ore in visita in Turchia, dichiara che “le elezioni ucraine non hanno rispettato gli standards attesi” e pertanto “bisogna ora lavorare in partnership per fronteggiare una situazione potenzialmente pericolosa”.

In Italia le opposizioni hanno chiesto al governo Berlusconi di pronunciarsi pubblicamente sulla crisi ucraina. A Roma, in piazza della Repubblica, un centinaio di persone sono scese in strada per protestare contro il nuovo presidente Yanukovic sventolando le bandiere giallo-azzurre dell’Ucraina.

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