Rertromarcia del New York Post che, all’indomani dell’arresto di Strauss-Kahn era uscito con un editoriale intitolato “Il pervertito”. Il quotidiano volge ora gli strali contro la cameriera Nafissatou Diallo che lo aveva accusato di stupro.
“L’abbandono dei capi d’imputazione – si chiede il giornale – pone la questione sul futuro della Diallo, la cui presenza negli States si è fondata su di una menzogna”.
Ella in effetti avrebbe già inventato uno stupro in occasione della richiesta della green card per regolarizzare la sua presenza sul suolo americano sostenendo di essere stata violentata da alcuni soldati in Guinea ma, da quanto risulta dal rapporto di Cyrus Vance, aveva ritrattato qualche tempo dopo.
Per ottenere un appartamento gratuito, inoltre, si era inventata di essere malata di aids.
Per il New York Post, che sta cercando di recuperare la gaffe iniziale, ora la Diallo deve andarsene.
Qualche considerazione in margine.
Il New York Post avrebbe potuto attendere prima di uscirsene con editoriali tipo “Il pervertito”.
Il New York Post avrebbe potuto menzionare la stretta amicizia tra il capo della polizia newyorchese e il rivale di Strauss-Kahn, Sarkozy.
Il New York Post avrebbe potuto rimarcare lo straordinario ed eccezionale trattamento di gogna mediatica cui è stato sottoposto Strauss-Kahn nell’occasione e di cui lo stesso quotidiano si è reso partecipe..
NYP a parte, un paio di ulteriori considerazioni complementari non guastano.
Si noti come l’esca della trappola a Strauss-Kahn sia stata scelta in modo perfido, in quanto la si sapeva malata di aids. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco.
Si ricordi l’adagio assai conosciuto sul metodo “usa e getta” per i collaboratori occasionali dei servizi francesi. La Diallo non ha fatto eccezione, nemmeno in un caso in cui nella congiura sono stati coinvolti influenti reparti americani.