Ma è possibile solo nel Quarto Mondo
L’Africa subsahariana ed equatoriale sono attraversate da tempo da un’ondata di instabilità che ha generato diversi colpi di Stato: solamente negli ultimi due mesi abbiamo assistito a golpe in Niger (26/28 luglio) e Gabon (30 agosto), ma la zona del Sahel sta assistendo a sovvertimenti di regime sin dal 2020. A fronte di quanto sta accadendo in quel continente, è opportuno spiegare le modalità generali di un colpo di Stato per dare modo di comprendere meglio i fattori che lo possono (o non possono) determinare.
Cos’è un golpe?
Un colpo di Stato è il sovvertimento di un regime governativo attuato da forze endogene che possono anche avere supporto esterno. Esso coinvolge alcuni elementi interni (politici, etnici, religiosi, militari, burocratici, di sicurezza) con cui è possibile prendere il potere, ma non è assistito dall’intervento delle masse o caratterizzato da qualsiasi forma di combattimento su larga scala da parte delle forze militari. L’intervento di queste forme di forza diretta renderebbe senza dubbio più facile la presa del potere, ma sarebbe irrealistico pensare che sarebbero a disposizione degli organizzatori di un colpo di Stato.
Anche qualora i golpisti fossero al comando delle forze armate, non si può sperare di iniziare la pianificazione di un golpe contando sull’appoggio di consistenti unità militari in quanto esistono sempre comandanti di alto livello (quindi al comando di unità militari numericamente consistenti) ostili al cambio di regime, né il governo in carica pre-golpe permetterebbe, solitamente, di portare avanti la propaganda e l’organizzazione necessarie per fare un uso efficace delle “larghe masse popolari”, nel qual caso si parlerebbe di “rivoluzione” e non di colpo di Stato.
Una seconda caratteristica distintiva di un golpe è che non implica alcun orientamento politico particolare: essi vengono messi in atto indistintamente dalla “sinistra” o dalla “destra” politica di un Paese.
Per quanto riguarda il possibile influsso/intervento esterno, non è consigliabile tentare un colpo di Stato se una grande potenza dispone di forze militari significative nel Paese interessato, ma se le truppe straniere si trovassero in luoghi fisicamente lontani dal centro politico, e/o se il regime pre-golpe avesse assunto una posizione ostile nei confronti della grande potenza, questo assunto perde di valore. I golpisti devono cercare l’approvazione della potenza straniera se un gran numero di personale della stessa prestano servizio come “consiglieri militari” o civili.
Il peso dell’organizzazione dello Stato e delle condizioni di vita
Un altro problema sulla via del successo di un golpe è l’organizzazione dello Stato: in contesti politici sofisticati il potere è diffuso e quindi risulta difficile da conquistare. Il potere potrebbe anche essere nelle mani di forze politiche settoriali, che usano il governo come facciata, o di forze regionali la cui dipendenza dal presunto centro politico è solo teorica. In entrambi i casi, il problema sta nel fatto che la presa del presunto centro politico non permetterà il sovvertimento del regime in quanto le fonti del potere potrebbero trovarsi in altri centri che potrebbero essere troppo difficili o troppo numerosi da conquistare. Idealmente lo Stato bersaglio deve avere un centro politico e qualora ci fossero più centri questi devono essere identificabili e devono essere strutturati politicamente, piuttosto che etnicamente. Se il potere è organizzato su base etnica, sarà molto difficile sovvertirne la leadership senza sforare in una guerra intestina perché esso è caratterizzato da forti legami che non dipendono dalla politica. Pertanto se uno Stato è controllato da un’unità organizzata non politicamente, il golpe può essere effettuato solo con il suo consenso o la sua neutralità.
Infine le condizioni sociali ed economiche del Paese devono essere tali da limitare la partecipazione politica a una piccola frazione della popolazione. Lo Stato bersaglio deve essere quindi sostanzialmente indipendente e l’influenza delle potenze straniere nella sua vita politica interna deve essere relativamente limitata.
Le difese: i mezzi di coercizione statali
Rovesciare un governo non è facile. Esso non solo è protetto dagli organismi di difesa dello Stato – le forze armate, la polizia e i servizi di sicurezza – ma è anche sostenuto da tutta una serie di forze politiche. In una società sofisticata e democratica, queste forze includono partiti politici, sindacati e altre parti sociali, gruppi etnici e religiosi. La vita politica di uno Stato si fonda quindi sulla loro interazione e si traduce in un particolare equilibrio di forze che il governo in qualche modo rappresenta. Nelle società meno sofisticate, potrebbe esserci una gamma più ristretta di tali forze, ma ci saranno quasi sempre alcuni gruppi politici che sostengono lo status quo oppure etnie al potere. Qualora un golpe abbia successo in un ambiente simile è perché esso passa inosservato in quanto le forze armate, di sicurezza e di intelligence, e quelle politiche sono state in qualche modo neutralizzate prima del colpo di stato.
La strategia generale di un golpe deve quindi essere guidata dalla massima rapidità nella fase di transizione e dalla necessità di neutralizzare completamente i fronti di opposizione sia prima che immediatamente dopo l’azione.
A causa della loro capacità di intervento diretto, le forze armate e gli altri mezzi di coercizione dello Stato devono essere completamente neutralizzati oppure controllati prima che inizi il colpo di stato vero e proprio. Per il buon esito di un golpe non è possibile tralasciare alcuna forza in grado di intervenire a contrastarlo, per quanto essa sia piccola.
Essendo impossibile, se non in una particolarmente fortunata eventualità, controllare o neutralizzare un’intera forza, sia essa militare o di polizia, diventa molto importante identificare il livello di comando importante e quindi concentrare gli sforzi su di esso, in particolare identificare gli individui chiave all’interno di quelle unità di comando che sono in grado di intervenire (a favore o contro) durante il colpo di Stato.
Neutralizzare i servizi segreti di un Paese è molto più complicato rispetto alle forze armate o di polizia: difficilmente se ne conosce esattamente l’organigramma e le operazioni. Pertanto l’unico modo, per i golpisti, di minimizzare il rischio di essere scoperti pre-golpe è quello di ridurre all’essenziale la circolazione delle informazioni sull’attività eversiva avendo ben presente che diventerebbero fonte di pericolo non appena dovessero circolare al di fuori del gruppo golpista. Come norme cautelari, pertanto, bisognerebbe comunicare esclusivamente verbalmente in un ambiente bonificato da eventuali dispositivi di ascolto, non divulgare informazioni se non in caso di assoluta necessità, mantenere le comunicazioni tra i membri interni e gli affiliati unidirezionali, infine nessuna attività dovrebbe essere svolta da un membro interno ai cospiratori se un membro esterno può svolgere il lavoro.
Neutralizzare i media e le forze politiche avverse
Le forze politiche avverse al golpe devono essere neutralizzate individuando e isolando la loro leadership e distruggendone le organizzazioni. Per farlo vanno selezionate determinate personalità che dovranno essere sequestrate o messi fuori combattimento.
Come da tradizione, il controllo sui mass media è ancora un’arma importante per stabilire l’autorità dopo il colpo di Stato nonostante l’avvento di internet e delle piattaforme di telefonia mobile di ultima generazione. Il sequestro dei principali mezzi di comunicazione di massa è un compito di cruciale importanza che però pone il problema della loro diffusione e diversificazione sul territorio. Monopolizzare il flusso di informazioni potrebbe quindi essere complicato, ma è sufficiente controllare la struttura più strettamente associata al potere e mettere a tacere le altre, banalmente creando black out ad arte che avrebbero il benefico effetto collaterale di interrompere anche il web. Per quanto riguarda le comunicazioni radio, oppure quelle effettuate al di fuori della “bolla” del black out, sarebbe necessario impedirle attraverso appositi strumenti di contrasto elettronico (jamming) in modo che eventuali personalità oppositrici del golpe che sono scampate alla cattura non riescano a comunicare con la popolazione o altre forze potenzialmente lealiste.
Questo è stato un errore fondamentale, ad esempio, in occasione del tentato golpe il Turchia nel 2015, che è andato a sommarsi alla reazione popolare contraria ai golpisti e al mancato supporto/coinvolgimento di elementi fondamentali delle forze armate e di polizia. Il presidente Recep Tayyp Erdogan, sfuggito alla cattura e in volo, è stato infatti in grado di comunicare coi suoi sottoposti, le forze di polizia e la popolazione attraverso il telefono cellulare connesso a internet.
In effetti, nell’era cyber, sarebbe opportuno avere un team di esperti informatici in grado di controllare il flusso di informazioni su internet e, se necessario, oscurare hackerando quei siti di informazione non schierati coi golpisti.
Per quanto riguarda il controllo del territorio, le forze golpiste devono necessariamente impedire l’intervento di eventuali lealisti chiudendo il perimetro della capitale e occupando i più importanti edifici governativi/amministrativi insieme alle residenze dei leader che sono stati selezionati per l’arresto, o altri edifici particolarmente simbolici, nonché chiudere gli aeroporti per evitare che tali personalità possano fuggire o che possano arrivare rinforzi per i lealisti.
Compartimenti stagni
La chiave del successo di un golpe è generare confusione nell’apparato difensivo del governo: non ci deve essere nessun quartier generale golpista, le formazioni degli insorti devono procedere a conquistare i loro obiettivi designati operando come unità indipendenti senza che sia chiara la finalità dell’azione eccezion fatta per i leader del golpe, che saranno sparsi tra le varie unità. Poiché ogni unità è piccola e altamente mobile, e poiché non è presente un quartier generale durante la fase attiva del colpo di Stato, l’opposizione non avrà alcun obiettivo unico su cui concentrare le proprie forze. In questo modo, la sua superiorità numerica verrà dissipata e le forze più piccole del golpe avranno una superiorità locale nell’area di ciascun obiettivo.
Paolo Mauri