mercoledì 23 Aprile 2025

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In Svizzera, a lungo sede degli “incroci pericolosi”, è stato pubblicato un articolo che attribuisce agli apparati Nato la paternità di tutto il terrorismo nel modno occidentale

Il principale quotidiano elvetico, il Neue Zürcher Zeitung (NZZ) ha pubblicato il 15 dicembre un articolo di un’intera pagina intitolato “Gli eserciti segreti della NATO”. Lo ha scritto Daniel Ganser del Centro studi di sicurezza (CSS) all’Università tecnica federale (ETH) di Zurigo. Le supersegrete reti “stay-behind” nei paesi della NATO ed in altri paesi neutrali in Europa non furono allestite soltanto per gestire la guerriglia nell’eventualità di un’occupazione sovietica dell’Europa, ma ricoprirono un ruolo nelle operazioni terroristiche della “strategia della tensione”. In una audizione al Senato, il 3 agosto 1990 l’allora presidente del consiglio Giulio Andreotti confermò l’esistenza della formazione paramilitare segreta Gladio. Disse che in Italia la rete di Gladio era un’operazione segreta dei servizi militari SISMI e della CIA. Il Senato richiese un rapporto scritto sull’argomento che Andreotti presentò il 18 ottobre successivo. Nel documento si confermava che Gladio era ancora attivo e che strutture simili esistevano anche in altri paesi dell’Europa occidentale, sotto il coordinamento del “Comitato alleato clandestino” (ACC) e del “Comitato pianificazione clandestina” che operavano nel quartier generale della NATO a Bruxelles. A queste rivelazioni fecero seguito delle inchieste condotte dal giudice Felice Casson il quale aveva raccolto delle prove sulle responsabilità di Gladio in alcuni attentati della “strategia della tensione”, il più grave dei quali quello alla stazione di Bologna del 1990. Anche in Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Grecia, Austria, Svizzera, nei paesi scandinavi e nel Parlamento Europeo furono aperte indagini sulle reti “stay-behind”. Fino ad oggi la NATO, la CIA e i servizi britannici MI6 hanno respinto qualsiasi ammissione dell’esistenza stessa di una rete “stay-behind”. L’articolo del quotidiano svizzero NZZ conclude: “Chi solleva questo argomento arriva inevitabilmente al quesito di fondo: si trattava di una rete di sicurezza o erano delle cellule terroristiche? La risposta apparentemente paradossale a questa domanda essenziale è: tutt’e due. Gli eserciti segreti della NATO erano una rete di sicurezza come anche delle cellule terroristiche … Sulla scorta dei dati italiani si conclude che gli eserciti segreti della NATO erano delle cellule terroristiche, simili alle cellule nascoste di Al Qaeda, pronte per essere attivate per diffondere, con attacchi terroristici improvvisi, paura e terrore nella popolazione e combattere il nemico politico”.Il prossimo febbraio il CSS presenterà al centro ETH di Zurigo un nuovo libro su Gladio intitolato “Gli eserciti segreti della NATO, l’operazione Gladio e il terrorismo nell’Europa occidentale”.

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