lunedì 2 Dicembre 2024

Torture: non c’è più limite

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Nuove terribili foto delle sevizie sui detenuti nel carcere di Abu Ghreib sono state pubblicate oggi dal Washington Post, che riferisce di essere venuto in possesso di video agghiaccianti. Il quotidiano pubblica anche estratti di testimonianze giurate di 13 detenuti, che raccontano di come furono picchiati, umiliati sessualmente

Nuove terribili foto delle sevizie sui detenuti nel carcere di Abu Ghreib sono state pubblicate oggi dal Washington Post, che riferisce di essere venuto in possesso di video agghiaccianti. Il quotidiano pubblica anche estratti di testimonianze giurate di 13 detenuti, che raccontano di come furono picchiati, umiliati sessualmente e obbligati a mangiare maiale e bere alcool, una pratica vietata dalla religione musulmana.


Il portavoce del Pentagono Lawrence di Rita ha dichiarato che, in base alle descrizioni, le immagini sembrano come quelle mostrate a porte chiuse a deputati e senatori americani. Le nuove immagini, scrive il quotidiano, vanno oltre quanto visto finora ”amplificando l’aperta violenza contro i detenuti e mostrando una varieta’ di tecniche di abusi che finora non erano state viste”. Un video mostra i soldati che ordinano ai detenuti di formare la piramide umana, gia’ mostrata in altre foto. Si vede un gruppo di soldati attorno ad un prigioniero nudo. Un militare lo schiaffeggia cosi’ forte al volto da fargli piegare le ginocchia. Un altro detenuto, le mani legate dietro la schiena, viene trascinato sul pavimento. Soldati obbligano i prigionieri nudi e incappucciati a disporsi uno sull’altro. Un’altra ripresa mostra un detenuto ammanettato alla porta di una cella che sbatte ripetutamente la testa contro un fondo di metallo, lasciandovi tracce di sangue, fino a quando non sviene. Alcuni video mostrano prigionieri costretti a masturbarsi o a simulare sesso con una banana, mentre altri riprendono i soldati che hanno rapporti sessuali fra loro.


In un secondo articolo, il Washington Post, riferisce di scene ancora più atroci, raccontate in 13 testimonianze giurate di altrettanti prigionieri di Abu Ghraib interrogati a Baghdad fra il 16 e il 21 gennaio all’apertura dell’inchiesta militare sugli abusi. Ogni dichiarazione e’ composta da un testo scritto a mano in arabo e firmato dal testimone, sotto il quale viene riportata la traduzione in inglese. I detenuti sono stati interrogati separatamente, ma le storie spesso coincidono. Otto hanno identificato il soldato Charles Graner, uno degli imputati dell’inchiesta, come il principale autore degli abusi. I detenuti, rinchiusi nel braccio 1A di Abu Ghraib, raccontano di soldati che li costringevano a mangiare cibo gettato nei gabinetti, li minacciavano di stupro, li picchiavano selvaggiamente, li obbligavano a camminare a quattro zampe abbaiando, li facevano rimanere sdraiati e incappucciati sul pavimento delle celle dopo averlo cosparso d’acqua. E riferiscono di come furono costretti a posare per la foto della piramide umana.


Kasim Mehaddi Hilas, il detenuto numero 151108, ha riferito che fu costretto a spogliarsi al suo arrivo ad Abu Ghraib, a indossare un cappuccio e un paio di mutande a fiori. Racconta di aver visto un interprete dell’esercito che violentava un ragazzo fra i 15 e i 18 anni, mentre una soldatessa scattava delle foto. Un’altra volta vide Graner e altri che sodomizzavano con una torcia elettrica un detenuto legato al letto. Quest’ultimo episodio e’ confermato da un altro detenuto, Mustafa Jassim Mustafa (numero 150542) e dalla vittima, di cui il Post tace volutamente il nome. Hilas chiese una volta a Graner che ora fosse per poter pregare. Questi rispose ammanettandolo alle sbarre della finestra della cella e lasciandolo appeso per cinque ore con le gambe dondolanti. Un altro detenuto e’ stato picchiato su una gamba ferita per obbligarlo a maledire l’Islam. I prigionieri sono stati

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