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Muratori e muri

 

Il 10 novembre 1975 l’Italia della democrazia cristiana calò le braghe agli invasori e si lasciò mansuetamente rapinare della Zona B dell’ex Territorio libero di Trieste, ovvero l’Istria nord-occidentale.

Osimo fu siglato in seguito a negoziati condotti per conto del ministero degli esteri da un dirigente del ministero dell’industria, Eugenio Carbone, piduista.

Nei giorni delle feste in pompa magna per  Berlino unita e la democrazia europea chi rammenta il muro che ancora divide migliaia di esuli dalle loro case, dal loro mare!

L’Italia li dimenticò, se ne vergognò. Furono approntati dei CPT in alcune periferie.

Erano spazzatura, ex-fascisti per la rinnovata democrazia, da dimenticare e

nascondere. Per loro non si levarono i cori umanitari oggi tributati ai

“migranti”. Il treno degli esuli, a Bologna, non venne accolto da sorrisi

cuori e dalla comprensione del presidente della camera ma da fischi. Per chi

viaggiava assetato da giorni non c’era acqua, solo insulti.

Frattini da ieri è in Slovenia a discutere di commercio.

Da buon muratore, rinforza il muro.

 

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