Siamo tornati indietro di trent’anni, davanti ai cancelli degli stabilimenti Fiat di Melfi, la polizia ha sgomberato i picchetti operai, permettendo ai «crumiri» e agli iscritti ai «sindacati di Palazzo» di riprendere a lavorare.
Al di là della solita demagogia e delle dichiarazioni ad effetto dei politicanti nostrani (nessuno escluso), questi sono i veri schieramenti, che ieri si sono scontrati fuori dai cancelli della Fiat e ogni giorno si fronteggiano nella società italiana. Da una parte chi lotta per sopravvivere, per non perdere il lavoro e la libertà, dall’altra chi difende gli interessi del grande capitale. Il resto sono chiacchiere.
La sconfitta e la delegittimazione dei «sindacati ufficiali» è ormai di fronte agli occhi di tutti: l’azienda deve dimostrare agli speculatori borsistici (nazionali e internazionali) che la Fiat è in piena ripresa e che il governo è ostaggio della famiglia Agnelli-Elkann e dei poteri forti.
La polizia come sempre esegue…
Noi esprimiamo la totale solidarietà ai sindacati di base e agli operai in lotta e condanniamo l’atteggiamento repressivo e criminalizzante del governo e dell’azienda, denunciamo poi i tentativi di strumentalizzazione da parte di CGIL, CISL e UIL e di tutto il centro sinistra, capaci solamente a servire gli interessi del padronato, cavalcando la disperazione del proletariato nazionale per gli interessi di poltrona.
Una domanda ci sorge spontanea: quali saranno le reazioni dell’UGL schierata a fianco degli operai dopo che si è vista man
Dal canto nostro ribadiamo l’unica soluzione possibile per salvare la Fiat e non solo: la Socializzazione