Vive da solo in un paese abbandonato, senz’acqua corrente né elettricità. “Quando apro le finestre vedo le Apuane e i colli di san Miniato e Volterra: è un paradiso”.
PISA – Solo, senza acqua corrente, circondato da abitazioni franate, una chiesa sconsacrata e un piccolo cimitero dove non c’e’ piu’ testimonianza della pieta’ per i defunti. Giovanni Cerasoli, 42 anni, di Montepulciano (Siena), sommozzatore, ha trasformato il paese fantasma di Toiano in sua dimora. Da quattro anni vive li’, in una abitazione ristrutturata alla meglio. Per spirito di adattamento si sente un Robinson Crusoe moderno, ma a differenza del personaggio di Daniel Defoe, Cerasoli ha scelto la solitudine e il disagio ed ora, che ha chiesto di avere l’ acqua, la sua storia e’ diventata pubblica.
Ha deciso di vivere a Toiano un po’ per necessita’, un po’ per passione verso questo ex castello che dall’ alto della collina domina tutta la Valdera. La necessita’ e’ nata dal fallimento del matrimonio. ”Avevo comperato una casa qua per trasformarla in studio e laboratorio per mia moglie che fa la pittrice, poi il nostro amore e’ finito e cosi’, stretto dalla necessita’, ho pensato che questo poteva diventare il luogo dove vivere”. La passione, invece, deriva dalla bellezza di questo sperone di collina. ”Quando apro le finestre – racconta – vedo le Apuane e i colli di San Miniato e Volterra, e’ un paradiso”.
Toiano e’ divenuto un paese fantasma intorno alla meta’ degli anni Settanta, quando la Piaggio aveva bisogna di manodopera e trasformo’ i contadini in metalmeccanici col progressivo spopolamento dei borghi rurali. Ora la gran parte degli edifici della piccola frazione di Palaia e’ in mano ad una societa’ immobiliare: nessuno pensa di ristrutturare, anche perche’ ci sono voci che parlano di instabilita’ della collina, ma le perizie geologiche dicono il contrario. Cerasoli ha creduto alle perizie, ha scelto di vivere qui e ha avviato la sua battaglia. Ha chiesto al Comune di Palaia di fare qualcosa, di mettere in sicurezza la strada che porta al borgo, di portare l’ acqua e ha segnalato al Fai (Fondo per l’ ambiente italiano) l’ esistenza di Toiano con la speranza che possa essere inserito nel censimento dei ”luoghi del cuore” ed essere salvato.
Intanto Cerasoli resta li’, in quelle quattro mura senza grandi comodita’, pagate 30 milioni di vecchie lire. ”Ho risolto il problema dell’ acqua comprando delle cisterne: faccio la doccia raccogliendo la pioggia. Stare qui mi costa: sulla strada piene di buche ho danneggiato l’ auto. I disagi sono alti: per andare a prendere l’ acqua ad una fonte la macchina mi si e’ ribaltata. Ma da qui non vado via. Il sabato e la domenica a Toiano arrivano decine di persone a passeggiare: sono anziani che qui hanno vissuto o figli e nipoti di quelle generazioni che hanno animato il borgo. Hanno le lacrime agli occhi e quando mi vedono mi dicono che sono pazzo a vivere qui”.
Cerasoli resiste, anche perche’ per lunghi periodi dell’ anno vive e lavora lontano da Toiano. E, contrappasso dantesco, la professione lo porta in mezzo all’ acqua, in fondo agli oceani, a svolgere ricerche archeologiche o a mettere in sicurezza le piattaforme petrolifere. L’ acqua e’ la sua vita e la vita di Toiano: il destino del sommozzatore e del borgo si sono incrociati. ”Portate l’ acqua in paese – esclama Cerasoli che ha fondato un comitato che lavorera’ per questo scopo – io mi sentiro’ meno Robinson Crus