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Va pensiero

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tra strali avvelenati. Ovvero quello che potrebbe accadere davvero a chiunque: anche ai forcaioli di oggi

 

Il 16 novembre 2012, alle ore 4 del mattino, ha suonato alla mia porta una persona che si è qualificata appartenente alla Polizia di Stato dicendo che aveva il mandato di un magistrato e che mi conveniva aprire subito.
Accertato che erano poliziotti veri e non quei delinquenti che riempiono le cronache nazionali, ho aperto e mi sono trovato in salotto con sette poliziotti.
Ho letto il decreto di perquisizione firmato dal sost. proc. Luca Tescaroli in cui mi si accusava di essere un forumista del sito internet statunitense Storm Front, dove in concorso con altre persone a me sconosciute, inciterei alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi.
In pratica avrei violato la legge Mancino, o meglio la Legge Taradash-Modigliani (1).
Letto il mandato, mi è stato chiesto di esibire le prove del gravissimo reato commesso e di accompagnarli nella mia camera.
Sette poliziotti e il sottoscritto in 15 metri quadrati alle 4 del mattino. Con i miei genitori, anziani e di cui uno invalido che a pensare che il figlio era un delinquente, uno spacciatore di droga, uno stupratore o un pedofilo o magari tutte queste belle cose insieme.
Non ho capito bene cosa cercavano, la mia camera è composta da un letto sopra cui c’è un armadio che copre la parete intera, di fronte c’è una scrivania col computer e le due pareti che rimangono sono piene di libri, fumetti e cd.
Ho detto loro che non avevo niente da nascondere, che non faccio uso di droghe e non rubo e che potevano guardare quel che volevano.
Sul verbale di perquisizione verrà poi scritto che invitato a consegnare il corpo del reato, non ottemperavo alla richiesta.

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