Quanta fuffa ci sarà nei progetti regionali? E poi passeranno o no?
Il Pnrr atterra sulle Regioni. Che entrano in campo nell’attuazione del Piano attraverso l’avvio dei primi ‘progetti bandiera’, su temi altamente innovativi come l’Hydrogen Valley. Cinque le Regioni apripista, Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia.
“Il progetto punta a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Contribuisce a stimolare la crescita, a creare occupazione. Ci avvicina ai nostri obiettivi energetici e climatici, che il Governo è determinato a mantenere e anzi a perseguire con sempre maggiore convinzione” ha detto ieri il premier Mario Draghi alla firma dei protocolli per i primi progetti bandiera del Pnrr con le Regioni a Palazzo Chigi.
Idrogeno verde: gli obiettivi del progetto
Il progetto delle Hydrogen Valley pone l’Italia “in linea con i migliori Paesi Ue in un settore strategico per il futuro, che consentirà il recupero di territori dismessi e l’installazione di nuove tecnologie” ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
“Saranno costruiti – ha spiegato – distretti per l’idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell’idrolisi che dovrebbe essere alimentata a sola energia elettrica verde”. Ci sono “due target, un primo a scadenza nel ’23 poi seguita da uno a più lungo termine a giugno 26”. Il primo passo sarà “identificare le zone industriali dismesse in cui costruire” i distretti per l’idrogeno che dovranno “produrre meno di 3 tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di gas” e arrivare “nel ’26 tra 1 e 5 megawatt di potenza totale”.
In Puglia, in particolare, gli investimenti interesseranno in un certo modo anche l’Ilva, su cui lo stesso Draghi rilancia l’impegno del governo: vogliamo “riportarla a quello che era quando era competitiva, era la più grande acciaieria d’Europa”.
La Puglia, infatti, ha candidato Taranto ad essere “il polo, se possibile nazionale, per la sperimentazione delle tecnologie che consentiranno di usare l’idrogeno anche nella fase industriale dell’acciaio”, spiega il governatore Emiliano, che nonostante si tratti di un primo passo e le risorse non siano state ancora messe a disposizione, si dice molto soddisfatto dell’impegno “netto” del premier per la la decarbonizzazione dell’acciaieria.