venerdì 19 Luglio 2024

Trent’anni fa la strage dell’Italicus

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Quell’attentato segnava il momento clou della strategia della tensione, la spallata decisiva del colpo di stato che liquidava del tutto la libertà e la vitalità in Italia rispondendo così alle recenti direttive della Trilateral. Il ruolo di alcuni vecchi partigiani.

l 4 agosto 1974, in una galleria tra Firenze e Bologna, un ordigno esplodeva facendo scempio di una dozzina di passeggeri. Il treno delle vacanze si trasformava in un inferno. Perché avveniva tutto questo ? Quale sinistra e cinica mente poteva averlo ideato ?


Andiamo con ordine.


Nel 1973 la Commissione Trilateral (tra i cui ideologi c’era Gorge Ball, uno di quelli che avevano deciso il bombardamento al fosforo su Dresda) aveva varato una nuova strategia internazionale, di collaborazione tra intelligentsia finanziaria e nomenklature comuniste. Durante l’estate, come per incanto, il maggior numero delle testate italiane cambiavano di proprietà e, insidiosamente, spostavano l’opinione pubblica “moderata” a considerare il Pci con occhio più benevolo.


In ottobre la “guerra del kippur” faceva levitare il prezzo del petrolio e dei petroderivati, tanto che il Pci si trovava con i conti in rosso, specie nella voce “stampa”.


Nella primavera del ’74 si svolgeva il referendum sul divorzio. Solo il Msi del divorziato Almirante si batteva contro il divorzio insieme ad una Dc assai molle che affidava quella battaglia all’uomo delle liquidazioni, Amintore Fanfani, mentre tutti i big si defilavano avendo già chiari i risultati della competizione elettorale e preparandosi per il dopo.


Il fronte “progressista” era capeggiato dal Pci ma faceva il suo clamoroso ingresso sulla scena italiana l’uomo delle massonerie e di Israele, Pannella.


A sinistra in molti premevano per una scelta insurrezionale o rivoluzionaria ed il partito di Berlinguer, preso tra due fuochi, continuava a mostrarsi ambiguo benché anelasse chiaramente ad una svolta socialdemocratica.


I registi della strategia della tensione compirono allora diverse mosse. Innanzitutto costituirono delle bande paramilitari anticomuniste, i Mar, affidate a vecchi partigiani. Poi commisero la strage di Brescia (maggio) e prepararono il terreno per le trattative decisive.


Un incontro tra Giulio Andreotti, Gianni Agnelli ed Enrico Berlinguer in estate portava ai seguenti risultati. Il patronato s’impegnava a sanare i deficit dei comunisti e questi ultimi lanciavano la linea del “compromesso storico”.


Le conseguenze che tanto sapevano di compensazioni furono quattro. Lo scioglimento dei Mar, lo scompaginamento (seguito dall’incriminazione) dello stato maggiore

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