Gli stati nazionali sono sempre più relegati ad essere i fanalini di coda nella classifica dell’economia mondiale. E gli stessi cittadini non sono oramai che “human resources”, materiale umano. I veri padroni sono gli apolidi finanzieri.
“Delle cento più grandi economie del mondo, solo 47 sono Stati nazione, la maggioranza, 53, sono multinazionali. Assieme formano una superpotenza capace di competere con gli SUA e la UE”.
E’ quanto si legge in una nota del periodico “Il Mondo”, dove si spiega anche che “il loro leader e la Exxon Mobil, il cui fatturato supera il prodotto interno lordo di 200 dei 220 paesi esistenti”.
“Le multinazionali impiegano oltre 90 milioni di persone in tutto il mondo e pagano annualmente oltre 1.500 miliardi di dollari in stipendi e salari e oltre 1.200 miliardi di dollari in tasse. Complessivamente, sono quasi 70mila; le prime mille forniscono l’80% della produzione industriale mondiale. Delle 500 più importanti, 185 sono americane, 126 sono europee, 108 sono giapponesi, le altre di altri paesi”.
La voce dei Bancari – 2/2004