L’Abbazia di San Galgano sorge presso Chiusdino, nell’antico stato di Siena. La leggenda vuole che nel 1180 in quel luogo si ritirò a vita eremitica il cavaliere Guidotti dopo aver infisso la propria spada nelle fenditure di un masso.
Galgano visse in quel romitorio per un anno e vi morì il 3 dicembre del 1181 all’età di 33 anni.
Venne trovato morto da Ugo dei Saladini, vescovo di Volterra, e dal vescovo di Massa Marittima che gli diedero sepoltura assistiti da tre abati cistercensi i quali, di ritorno dal Capitolo generale del loro Ordine tenutosi in Francia e diretti a Roma, si erano smarriti per via ritrovandosi sul Monte Siepi.
Il Vescovo di Volterra promosse ben presto l’edificazione di una Cappella di forma circolare, che ancora esiste. e di un cenobio per alcuni monaci cistercensi dotandolo di tutte le pertinenze tramite l’acquisto dei terreni di Monte Siepi o Cerboli.
Nel 1185 Galgano venne canonizzato per opera del pontefice Lucio III; secondo altre versioni la canonizzazione avvenne nel 1186 per opera del pontefice Urbano III.
I CISTERCENSI
un monaco francese, di nume Buono, fu l’Abate dei primi cistercensi che si stabilirono sul Monte Siepi.. Nel XIII secolo la comunità monastica era numerosa e a quel tempo presero l’abito anche molti nobili e fra questi alcuni appartenti ale famiglie dei conti Guidi, degli Ardenghi, dei Visconti, dei d’Elci, dei Bandini, degli Aldobrandeschi…
Le donazioni che pervennero in quegli anni consentirono ai cistercensi di iniziare la costruzione della grande Abbazia di San Galgano nel piano della Merse, di cui oggi si ammirano le maestose rovine.
Fin dall’origine l’Abbazia godette di molti privilegi ed immunità ne ricordiamo alcune più significative:
Nel 1191 l’Imperatore Enrico VI li prese sotto la sua protezione accordando loro l’immunità.
Ottone IV Imperatore confermò nell’anno 1209 tutte le immunità che avevano già attenute e gli accordò di ricevere prout sua ogni persona ed isuoi beni, dando anche faccoltà ai monaci di poter nominare un loro sindaco o procuratore nelle cause forensi.
Nel 1223 Federico II Imperatore, confermò al monastero le concessioni fattegli da Enrico VI, ponendolo sotto la sua protezione.
Innocenzo III nel 1206 esonera il monastero dal pagamento delle decime accordandogli anche altri privilegi ed immunità.
Alcuni sostengono che Federico Imperatore avesse accordato all’Abbazia anche il privilegio di battere moneta. Tale supposizione è in parte motivata dall’esistenza di qurteruoli false (monete d’ottone e di rame utilizzati per fare i conti) appartenuti all’Abbazia e portanti da un lato la spada infitta nel trimonte (stemma dell’Abbazia) dall’altra una mano che tiene un pastorale.