domenica 22 Dicembre 2024

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Mentre siamo distratti dall’Ucraìna in Russia muoiono come mosche non solo i generali ma anche gli oligarchi

 

Leonid Shulman, Alexander Tyulakov, Vasily Melnikov, Vladislav Avayev e Sergey Protosenya. Questi cinque uomini d’affari russi sono stati trovati morti tra fine gennaio e fine aprile in circostanze poco chiare. Per tutti l’ipotesi investigativa principale è che si siano suicidati. Tre di loro avrebbero ucciso alcuni loro famigliari prima di togliersi la vita. Quattro di loro avevano un qualche tipo di legame con il gigante energetico statale Gazprom o a una delle sue filiali. La Cnn ha messo in fila le loro storie.
Leonid Shulman, il capo dei trasporti di Gazprom Invest, è stato il primo a essere stato trovato morto, il 30 gennaio 2022, nel suo cottage nel villaggio di Leninsky, vicino a Leningrado. L’agenzia russa RIA Novosti ha riferito che sulla scena è stato trovato un biglietto che lascia pensare al suicidio. Poco meno di un mese dopo, un altro alto dirigente di Gazprom è stato trovato morto nello stesso villaggio. Si tratta di Alexander Tyulakov, il cui corpo è stato trovato nel suo garage il 25 febbraio. Il quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta riporta che il manager si sarebbe suicidato.

Un altro uomo d’affari russo, Vasily Melnikov, è stato trovato morto insieme alla sua famiglia nel suo appartamento di lusso a Nizhny Novgorod alla fine di marzo. Il quotidiano russo Kommersant scrive che l’oligarca 43enne riportava ferite da taglio, così come sua moglie, 41 anni, e due bambini di quattro e 10 anni. Coltelli compatibili con le ferite sono stati rinvenuti sulla scena del crimine. Melnikov possedeva MedStom, una società di forniture mediche.

Il quarto oligarca morto è quello con la carica più alta. Vladislav Avayev, l’ex vicepresidente della Gazprombank, è stato trovato morto nel suo appartamento di Mosca il 18 aprile. Citando una fonte delle forze dell’ordine, l’agenzia di stampa russa Tass ha affermato che le autorità stanno indagando sulla morte degli Avayev come omicidio-suicidio, dal momento che l’uomo è stato trovato con la pistola in mano accanto ai corpi senza vita della moglie incinta e della figlia di 13 anni.

Il giorno dopo, il 19 aprile, è stato trovato morto a nord di Barcellona Sergey Protosenya, ex dirigente del produttore di gas Novatek, che è in parte di proprietà sempre di Gazprom, è stato trovato morto. Nella sua casa di a Lloret de Mar sono stati trovati anche i corpi senza vita di sua moglie e sua figlia. In particolare, le due donne, che mostravano segni di violenza, erano all’interno della casa, mentre  Protosenya è stato trovato nel giardino esterno. L’ipotesi di indagine è doppio omicidio e successivo suicidio e violenza domestica. L’altro figlio di Protosenya però non crede a questa versione: “Mio padre non è un assassino – ha detto al Daily Mail – non so cosa sia accaduto quella notte ma so che non può essere stato lui. Credo siano stati uccisi”.

Infine c’è la storia di Mikhail Watford, nato Mikhail Tolstosheya nell’allora Ucraina sovietica. A differenza degli altri, lui è ucraino, appunto, ma anche lui è stato trovato morto in casa sua: il 28 febbraio la polizia ha rinvenuto il suo corpo impiccato nel garage della sua villa nel Surrey, in Inghilterra meridionale. Prima di immigrare nel Regno Unito aveva fatto affari nel settore energetico, in particolare in quello della raffinazione del petrolio, in Ucraina

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