giovedì 18 Luglio 2024

La più grande campagna di distruzione di libri di tutta la storia

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

E’ pratica comune enfatizzare la vastità della messa al bando dei libri durante il Nazionalsocialismo senza mai menzionare la ben peggiore opera di distruzione e proibizione di libri intrapresa dalle potenze vincitrici dopo la sconfitta tedesca nella seconda guerra mondiale

Dopo che Adolf Hitler, come capo del partito di maggioranza relativa, aveva assunto l’incarico di formare il nuovo governo, gli studenti tedeschi, ripetendo le gesta della distruzione della letteratura papista fatta da Martin Lutero e quella dell’arsione della letteratura reazionaria per opera dei rivoluzionari al Wartburg nel 1817, bruciarono pubblicamente i libri pervasi da “spirito anti-germanico”. Questi erano atti dimostrativi che non avevano nulla a che vedere con la messa al bando o la proibizione dei libri. I bandi furono emanati per la prima volta, in modo non coordinato, da vari uffici governativi fino a che il Ministro della Pubblica Educazione e della Propaganda, sotto il controllo di Joseph Goebbels, istituì l’unico sistema di messa al bando dei libri attraverso la Camera delle Pubblicazioni del Reich. Queste liste nere di libri della Camera delle Pubblicazioni contenevano anche i libri segnalati alla polizia come osceni od offensivi durante la Repubblica di Weimar, e furono progressivamente ridotte di numero. Al contrario si inserirono nelle liste le pubblicazioni prodotte da coloro che erano fuggiti all’estero (“traditori del popolo”), da marxisti, e autori sovietici. Nel 1939 quelli a “soggetto pornografico” costituivano solo il 10% dei libri messi al bando. Secondo l’essenziale lavoro sulla politica letteraria del Nazionalsocialismo (Nationalsozialistische Literaturpolitik di Dietrich Strothmann Bonn, 1985, Edizioni Bouvier; la prima edizione apparve nel 1960), circa 12.500 libri furono messi al bando nel corso dei dodici anni del regime Nazionalsocialista in Germania.

Questo dato viene messo in dubbio nell’approfondito studio sulla proibizione degli “scritti nocivi e indesiderabili” nel Terzo Reich (Die Indizierung ‘schädlichen und unerwünschten Schrifttums’ im Dritten Reich), pubblicato nel 1971, vol. XI degli Archiv für Geschichte des Buchwesens (Buchhändlervereinigung, Frankfurt/Main, prima edizione 1968) da Dietrich Aigner che afferma, sulla base dei risultati delle sue ricerche, che questa cifra è “abbondantemente sovrastimata”. Egli ha scoperto che, dalla fine del 1938 la lista dei libri messi al bando della Camera delle Pubblicazioni del Reich comprendeva 4.175 titoli di singoli e 565 bandi comprensivi vale a dire per tutta l’opera di 565 autori. Questo numero fu fortemente incrementato nel 1941 quando iniziò la guerra contro l’Unione Sovietica e 337 ulteriori bandi comprensivi furono emanati nei confronti di letterati in qualche modo legati al regime sovietico.

E’ pratica comune, nelle manifestazioni e sulle pubblicazioni, enfatizzare la vastità della messa al bando dei libri durante il Nazionalsocialismo senza mai menzionare l’opera di distruzione e proibizione di libri intrapresa dalle potenze vincitrici dopo la sconfitta tedesca nella seconda guerra mondiale. Opera che fu compiuta, sotto ogni aspetto, in maniera molto più rigorosa ed estesa rispetto alla precedente. Nel 1989, quando l’editrice “Börsenblatt für den deutschen Buchhandel” di Francoforte dedicò molti saggi all’argomento “storia della censura sui libri”, la descrizione si interrompeva col maggio 1945 e riprendeva con la nascita della Repubblica Federale Tedesca sorvolando su quanto era successo in quegli anni. L’unica cosa detta era “un altro enorme apparato di controllo fu introdotto sulla scena dopo la guerra”. Nient’altro. Nessun altro dettaglio era fornito. E non sarebbe stato difficile approfondire i fatti. Seguendo l’ordine del 15 settembre del 1945, dato dal Capo Supremo dell’Amministrazione Militare Sovietica in Germania, le potenze alleate istituirono una Commissione di Controllo “Ordinance No. 4”, solo pochi mesi dopo, il 13 maggio 1946 “concernente la confisca della letteratura e delle pubblicazi

Ultime

Vestigia di un passato solare

Un'altra scoperta italiana nel Mediterraneo

Potrebbe interessarti anche