Il partito “xenofobo” terza forza nazionale e seconda nella capitale
Le elezioni amministrative olandesi evidenziano un calo dei consensi per i principali partiti di governo e la crescita per quelli all’opposizione, a partire dal partito “xenofobo anti-islam” di Geert Wilders.
Con il Pvv di Wilders, emergono come vincitori di queste consultazioni i due partiti liberali Vvd e il piccolo D66, mentre i laburisti PdvA di Wouter Bos, al 93% delle schede scrutinate, ottengono solo il 16% dei suffragi, contro il 23,45% delle precedenti amministrative, circa sei punti in meno. In calo di due punti anche il partito dei cristiano-democratici (Cda) del premier Jan Peter Balkenende. Il partito di Wilders si afferma come primo partito nella città dormitorio di Almere, ad est di Amsterdam, mentre all’Aja si afferma addirittura come secondo partito. I laburisti perdono consensi anche in città tradizionalmente della sinistra come Amsterdam dove guadagnano invece i liberali del D66.
Il sentimento popolare è chiaro e Napolitano può “inquietarsi” quanto vuole.
L’unico nodo politico da sciogliere è l’affermazione di un programma realistico e non schiavo di dogmi qualunquisti, un programma che consenta all’ondata popolare di far raddrizzare il timone per un sano cambio di rotta. Il rischio, invece, sta tutto nell’adesione acritica a degli slogan fondati su di una logica binaria senza uscita.
Insomma, il successo del Pvv, che si registra quando i sondaggi in Francia annunciano una nuova crescita del Front National, è positivo, purché per demagogismo o per scarsa riflessione non scada in un atrofismo psicologico che anziché fare del partito un elemento chiave per un cambio di tendenza lo trasformerebbe in un moltiplicatore involontario dell’immigrazione e in un unificatore di tutti gli ambienti politici differenti impedendo, così, ogni innovazione in un tema che diventerebbe “tabu” com’è accaduto in Francia.
Vedremo presto quale sarà il caso in Olanda.
