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Avanti sciuscià

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Pd e mezzo pdl s’inchinano al cameriere dei banchieri e ci gettano definitivamente in mezzo a una strada

Mentre le quotazioni di un governo tecnico guidato da Mario Monti salivano, Giorgio Napolitano si è intrattenuto al telefono con Barack Obama, che ha voluto sapere a che punto è la crisi politica. In mattinata il capo dello Stato aveva assicurato ai mercati che l’Italia ha imboccato la strada giusta, manterrà gli impegni e supererà la crisi di sfiducia. Poi, nel pomeriggio, l’incontro ‘chiave’ al Quirinale dove per circa un’ora e mezza ha ricevuto il professor Monti nominato ieri senatore a vita e subito salutato da alcuni leader politici come il premier in pectore.
Secondo indiscrezioni, Monti e il presidente, dopo i convenevoli davanti ad una tazza di te, hanno esaminato alcuni nodi che sembrano emergere dal confronto politico. Uno riguarderebbe il tasso si rinnovamento del prossimo esecutivo.
C’è il Pd, che chiede un ricambio totale, mentre il Pdl vorrebbe, al contrario, la massima riconferma degli attuali ministri per non vedersi disconoscere la propria azione di governo. Tra le ipotesi che si stanno vagliando in queste ore di serrate trattative – e probabilmente sul tavolo del confronto di questa sera al Quirinale – anche una soluzione mediana che prevederebbe che l’esecutivo uscente sia rappresentato da Gianni Letta in posizione di vicepremier.
Ma nella mente del professor Monti – forse anche come arma di convincimento estremo – ci sarebbe un’ipotesi ‘tranchant’, definita “alla Ciampi”, il quale nel 1993 compilò la lista dei ministri senza contrattarla con i partiti andando Parlamento con un ‘prendere-o-lasciare’. Una soluzione forte, ma rischiosa. Qualcuno ricorda anche il caso di Amintore Fanfani che si presentò in Parlamento, senza avere la fiducia, rimanendo in carica solo per gestire le elezioni. Ma erano altri tempi e c’erano altre esigenze.
Saranno le consultazioni, avrebbe detto Napolitano, a fornire delucidazioni. Napolitano vuole farle comunque bruciando i tempi fino all’ inverosimile con l’obiettivo di far giurare il nuovo governo già lunedì 14 novembre. La tempistica prevede: dimissioni di Berlusconi sabato sera. Consultazioni domenica e incarico a fine giornata. Lista dei ministri e giuramento lunedì. Tempi ridotti all’osso, perché come ha detto Napolitano , non c’é più un minuto da perdere.

No, giusto. Lustrare le scarpe in fretta! Secondo la tradizione consolidata di ogni genere di Bella ciao.

 

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