Quello che accade se vuoi smetterla di essere un fuscello al vento
Se si abbandonasse la superficialità che è propria sia agli sprovveduti che alla “cultura” di destra, si potrebbe capire qualcosa e provare almeno a entrare in gioco, anziché intasare la rete con contumelie e formule magiche.
Facciamo qualche esempio.
Relazioni internazionali
Sono afferrate dal confronto tra Usa e Cina, le due uniche potenze mondiali che vantano oggi una piena sovranità. E sono poi determinate dai comportamenti e dalle azioni degli altri players.
Uno dei principali terreni di scontro è il Wto. Qui Trump contesta un potere giudiziario indipendente a livello sovranazionale. Quindi viene frettolosamente interpretato come un “paladino sovranista” in lotta con la Globalizzazione. In realtà egli vuole districare gli Usa per affermare interessi di potenza che, è bene ricordarlo, è liberista ed è dominata da lobbies private. Si tratta di una reazione “suprematista” e non di una sfida alla Globalizzazione e men che meno al sistema capitalista.
D’altro canto tutti gli altri players sono schierati in difesa della sovranazionalità del Wto, che si tratti della Cina, della Ue, della Russia o dell’Iran.
Proprio sulla difesa del Wto “riformato nel multipolarismo” risiede uno dei quattro pilastri della dottrina-Putin. La quale trova sponda in Macron che vuole togliere le sanzioni “extraterritoriali americane” che pesano sulle imprese e considera la relazione con Mosca la “precondizione alla sovranità strategica europea”. “Se si vuole un’Europa Sovrana – insiste l’inquilino dell’Eliseo – bisogna poter pensare europeo”.
Quindi direte voi?
Quindi niente!
Non si tratta di tifare per Trump o per gli altri players (tra i quali la Russia), ma di comprendere cosa accade in questa “unità e scissione” dell’imperialismo per afferrare le dinamiche e interagire con esse, auspicando che la risoluzione dei contenziosi avvenga il più tardi possibile, preferibilmente mai. Riflesso di realismo rivoluzionario; in mancanza del quale si langue in un manierismo strillone e scomposto di nessun’incidenza.
Tendenze socioeconomiche e antropologiche
Un’altra costante sistemica è quella che intravediamo nella nuova fase della Globalizzazione, una fase che prevede perfino un “nomadismo sedentario” indotto dal confinamento.
Questa costante sistemica è volta a rilanciare a breve le economie ristrutturate su base finanziaria, ma con attacco ai ceti medio-piccoli e alla libera iniziativa e con ulteriore e netta divaricazione sociale ed esistenziale tra funzionari della tirannia e masse atomizzate di schiavi.
Le ultime iniezioni di denaro, che per alcuni significherebbero la capitolazione degli usurai, non devono assolutamente ingannare, perché sono tutte rivolte all’affossamento dei ceti medio-piccoli e sono più o meno identiche in ogni singolo sistema.
L’helicopter money e i coupons di consumo sono stati innanzitutto l’orientamento di Shanghai, capitale finanziaria, alla conquista dell’industriale Wuhan, ed è quello che, con diverse gradazioni e sfumature, stanno provando a fare tutti.
Pur “riscoprendo” bandiere nazionali e qualche pietanza casareccia per la quale inorgoglirsi, l’intera umanità dei paesi sviluppati è ogni giorno più standardizzata e privata di strumenti di lotta e di rappresentanza. Mondializzata e mondialista molto più dello scorso gennaio.
Tenendo conto di queste grandi linee (relazioni di potenza e tendenze sistemiche), chi avesse ancora la velleità di esprimere un soggetto politico e non un nick name collettivo del social/show (ma c’è ancora qualcuno che lo vuole?), avrebbe davanti a sé la visione di quali necessità si prospettano, e localmente e a raggio europeo, e dei vuoti da colmare. Potrebbe, perciò, iniziare a ragionare per operare e incidere.
Ma poi si tratterebbe di lavorare, non di abbandonarsi in proclami da Testimoni di Jeowa, per collezionare I like della setta. E lì temo che caschi l’asino e che non si rialzi più.