sabato 14 Dicembre 2024

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L’atto di mangiare è controllato da un circuito cerebrale estremamente semplice, composto da tre tipi di neuroni che mettono in collegamento l’ormone della fame con la mascella per stimolare i movimenti della masticazione.
Lo dimostra lo studio sui topi condotto dai ricercatori della Rockefeller University a New York.
I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, suggeriscono che l’impulso a mangiare potrebbe essere più simile a un riflesso di quanto ipotizzato finora, e forniscono nuovi indizi su come viene controllato l’inizio dell’alimentazione.

Lo studio, guidato dal genetista Jeffrey M. Friedman, si è focalizzato su un’area specifica del cervello legata alla regolazione del glucosio e all’appetito: si tratta della parte ventromediale dell’ipotalamo, nota da tempo perché il suo danneggiamento causa obesità. In questa regione si trovano particolari neuroni che esprimono la proteina BDNF (fattore neurotrofico cerebrale): la loro inibizione porta gli animali a consumare più cibo (fino al 1.200% in più) e innesca i movimenti masticatori della mascella perfino in assenza di cibo o altri input sensoriali che indicherebbero che è ora di mangiare; al contrario, la loro stimolazione frena l’assunzione di cibo e blocca i movimenti di masticazione.

Mappando gli input e gli output dei neuroni BDNF, i ricercatori hanno scoperto che sono il perno di un circuito neurale in tre parti che collega i segnali ormonali che regolano l’appetito ai movimenti necessari per consumare il cibo. A un’estremità del circuito ci sono alcuni neuroni della regione del nucleo arcuato dell’ipotalamo, che raccolgono i segnali di fame, come l’ormone leptina prodotto dalle cellule adipose. Questi neuroni inviano messaggi ai neuroni BDNF dell’ipotalamo ventromediale, i quali a loro volta comunicano con i neuroni di un centro del tronco encefalico (chiamato Me5) che controlla il movimento dei muscoli della mascella e che sembrerebbe legato anche ad azioni compulsive della bocca legate allo stress, come rosicchiare la matita o le ciocche di capelli).

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