Da oggi gli indiani sono più dei cinesi
L’India supera la Cina: in questi giorni è avvenuto lo storico cambiamento a livello demografico. L’India è diventata la nazione con più abitanti al mondo. Le stime delle Nazioni Unite, infatti, indicavano nella metà di aprile la “data di nascita” della più epocale transizione demografica degli ultimi 200 anni. La notizia, ripresa in tutto il mondo, dal Wall Street Journal all’emittente panaraba Al Jazeera, è stata certificata anche dagli esperti dell’Onu.
India: quasi 1,5 miliardi di persone Entro la fine del 2023 l’India dovrebbe contare un miliardo e 429 milioni di abitanti a fronte del miliardo e 426 milioni della Cina. Distantissimi gli Stati Uniti, “fermi” a quota 340 milioni. Secondo i demografi, tuttavia, fotografare l’esatto momento del sorpasso di Nuova Delhi a Pechino è impossibile. “La nostra è un’approssimazione grezza” ha detto Patrick Gerland, capo dipartimento delle Nazioni Unite. La tendenza, però, è chiara, e va accelerando. Non molto tempo fa, l’India avrebbe dovuto conquistare il primato soltanto verso la fine di questa decade. Il sorpasso, però, è arrivato molto prima, perché il calo della natalità in Cina non si è arrestato neanche con la fine della politica del figlio unico sette anni fa e con il via libera alla possibilità del terzo, nel 2021.
Economia: l’India cresce, la Cina ha il problema pensioni La crescita economica in Cina è al 4 %, mentre l’India ha più volte superato il 6 %, scalzando il Regno Unito come quinto Pil mondiale, alla rincorsa di Germania e Giappone. Per la Banca di Stato indiana, tra sei anni l’India sarà la terza potenza economica mondiale. Secondo le stime, nel 2100 – quando gli indiani potrebbero essere il doppio dei cinesi – le pensioni in Cina costeranno il 20% del Pil, in India solo il 4%. Meno giovani e più anziani significa più spese ospedaliere e pensionistiche. E una forza lavoro in decrescita innesca anche l’aumento del costo del lavoro.
Come si calcolano i cambiamenti demografici
I dati analizzati provengono dai censimenti della popolazione condotti ogni 10 anni, e dai registri di nascite e decessi. In questo caso, l’ultimo censimento avvenuto in Cina è relativo al 2020, mentre in India risale al 2011, perché quello previsto nel 2021 è stato rimandato a causa della pandemia da Covid-19. Per questo, i ricercatori delle Nazioni Unite impiegano anche indagini campionarie e molte altre fonti per colmare le lacune dei dati statali, provenienti anche da enti privati come fondazioni e organizzazioni non governative. Poi, attraverso tecniche statistiche, i dati relativi a nascite e morti vengono incrociati e usati per comprendere l’andamento della popolazione e calcolare così una stima della sua crescita e decrescita