giovedì 7 Dicembre 2023

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Il piano di rilancio dell’economia

Carsten Brzeski, capo economista di Ing Germany, lo ha definito un “big bang fiscale”. Il piano di Angela Merkel per sostenere l’economia tedesca è imponente. Si parla di oltre 1,2mila miliardi di euro che verranno stanziati a favore di ospedali, famiglie, imprese, lavoratori e industria. È il più importante pacchetto di aiuti mai messo in campo dal secondo dopoguerra. Il “whatever it takes” tedesco per superare l’emergenza sanitaria che ha paralizzato la Germania e il resto d’Europa.
Cresce di ora in ora il numero dei contagi, 27mila in tutto il Paese. Le vittime sono 115, ma il bilancio è in continuo aggiornamento. Le città tedesche si sono fermate. Chiuse scuole, teatri, bar, ristoranti, negozi. Si esce solo per lo stretto necessario. Anche la cancelliera è in quarantena a Berlino dopo essere entrata in contatto nei giorni scorsi con un medico risultato positivo al coronavirus. L’economia è congelata, chiuse le frontiere con cinque Stati, mentre i medici sono in trincea. “La Germania ha un eccellente sistema sanitario, forse uno dei migliori al mondo, ma anche i nostri ospedali verrebbero totalmente travolti se troppi pazienti arrivassero in un tempo troppo breve”, ha detto la Merkel la scorsa settimana nel suo primo discorso alla nazione dal 2005.
Secondo il direttore dell’Istituto per la ricerca economica (Ifo) di Monaco di Baviera, Clemes Fuest, intervistato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, la crisi provocata dall’epidemia di Covid-19 non ha precedenti “negli ultimi decenni” e potrebbe costare alla prima economia europea “oltre 500 miliardi di euro e 1,8 milioni di posti di lavoro”. L’obiettivo, quindi, secondo Fuest, deve essere quello di “abbreviare la parziale chiusura dell’economia senza compromettere la lotta contro l’epidemia”.
Uno stop di due mesi, infatti, potrebbe causare perdite tra i 255 e i 495 miliardi di euro, mentre la cifra salirebbe a 354-729 miliardi di euro se lo stallo durasse un mese in più. Una “recessione pronunciata” è inevitabile anche secondo le previsioni della Bundesbank. Il Pil, secondo il ministro dell’Economia, Peter Altmaier, potrebbe scendere del 5 per cento come successe nel 2009. Ad accusare l’impatto della pandemia saranno soprattutto l’export, il trasporto aereo, il settore alberghiero e l’industria dell’intrattenimento.
“Le misure adottate dal governo per limitare la diffusione del coronavirus hanno messo l’economia in uno stato di coma indotto”, scrive Brzeski. “Con il big bang fiscal si cercherà di tenere il paziente vivo a qualunque costo”, spiega l’analista. La Merkel è pronta a fare “tutto il necessario” per permettere alle imprese di restare a galla ed evitare speculazioni. Compreso mettere in discussione il “dogma” del pareggio di bilancio.

Il governo si prepara ad approvare mercoledì prossimo una manovra aggiuntiva da 156 miliardi di euro che farà aumentare la spesa pubblica in deficit portando le uscite nel 2020 a 485 miliardi di euro. La deroga al tetto massimo dell’indebitamento, pari allo 0,35% del Pil, è consentita dall’articolo 115 della Costituzione che prevede lo sforamento nel caso di catastrofi naturali “che si sottraggono al controllo dello Stato”. A questo viene paragonata l’epidemia di Covid-19.
La manovra aggiuntiva servirà ad aumentare i posti letto nei reparti di terapia intensiva degli ospedali, a sostenere i lavoratori autonomi e le piccole imprese. Alle aziende in crisi verranno destinati 50 miliardi, con la possibilità di accedere per un periodo di tre mesi a sussidi che vanno dai 9 ai 15mila euro a seconda del numero di dipendenti. Cento miliardi, invece, saranno destinati alle famiglie con il sussidio Hartz IV per i disoccupati che nei prossimi sei mesi verrà esteso agli autonomi senza verifiche patrimoniali. I benefits saranno accessibili più facilmente alle famiglie con figli.
Per chi deve occuparsi dei bambini rimasti a casa con la chiusura delle scuole, inoltre, è prevista la possibilità di usufruire dei congedi parentali. Gli ammortizzatori sociali verranno destinati anche agli impiegati che si vedranno ridotte le ore di lavoro. La restante parte dei 156 miliardi, invece, andrà a coprire i mancati introiti fiscali.
Non solo. Per proteggere i gioielli dell’industria tedesca da speculazioni e acquisizioni esterne da parte di competitor stranieri il governo sta approntando un Fondo di stabilizzazione dell’economia (Wsf) di 600 miliardi per la eventuale nazionalizzazione delle imprese messe in ginocchio dal coronavirus. Poi ci sono i crediti illimitati per l’industria, che verranno assicurati con 450 miliardi di euro dell’Istituto di credito per la ricostruzione (Kfw), la Cassa depositi e prestiti tedesca.
Secondo il bollettino mensile della Bundesbank, si tratta di misure che “avranno massicce conseguenze economiche”. Tuttavia, sottolineano da Francoforte, di ripresa si potrà parlare “soltanto una volta che la minaccia della pandemia sarà effettivamente contenuta”.

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