lunedì 14 Ottobre 2024

Ma sopravviverebbe?

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Petizione per liberare un gorilla dallo zoo dove vive da cinquantacinque anni

Ha già superato quota 55mila firme la petizione che chiede a gran voce di liberare Riù, il gorilla dalla schiena argento che dal 1994 vive nello zoo Safari di Fasano, in provincia di Brindisi. Lui è stato catturato ancora cucciolo in Africa. portato via dalla sua terra e lontano dalla sua mamma, che non rivide mai più. Portato in Italia, Riù venne venduto al circo Medrano che acquistò assieme a lui anche Pedro, un altro giovane gorilla. Era il 2 dicembre del 1975 e per i due piccoli vennero pagati 850mila delle vecchie lire, destinati a essere messi in vetrina a vita.
Da allora in poi Riù e Pedro non rividero mai più la libertà, e condivisero la stessa triste sorte rinchiusi fino al 1994 in un circo, e poi nello Zoosafari pugliese. Pedro si ammalò e morì nel 2008, lasciando Riù a vivere solo la sua prigionia.
L’associazione animalista Meta Parma ha lanciato nei giorni scorsi una petizione per provare a liberarlo: “Il vero problema di Riù – precisa l’associazione in un nota – non è la solitudine, bensì la prigionia. Mal comune mezzo gaudio, è quello che si potrebbe essere portati a pensare, sapendo che Riù è triste e solo, quasi come se il problema di Riù fosse soltanto la solitudine. Eppure Riù con il suo sguardo infelice e la sua espressione saggia, così dignitosa nonostante la sua tristezza, manda un messaggio forte e chiaro, che arriva a chi può recepirlo: il vero problema è la libertà negata. Riù è un primate, è un individuo, costretto a vivere in una campana di vetro. Crediamo possa definirsi vita, vivere sempre rinchiusi in uno zoo? Riù è rinchiuso da troppi anni, è anziano, ha diritto a poter vivere almeno i suoi ultimi anni, mesi o giorni fuori da quello zoo, glielo dobbiamo”

L’appello diretto è al direttore dello zoo pugliese, Fabio Antonio Rausa, “per una dichiarazione ufficiale di disponibilità a lasciar andare Riù, per poterlo far trasferire in un luogo migliore, lontano dagli spettatori paganti. Nello stesso tempo Meta Parma lancia un appello ai rifugi, santuari, aree protette, affinchè chi ne abbia la possibilità si faccia avanti per accogliere Riù”.
Da parte sua il direttore dello Zoosafari Rausa sul tema di Riù, spesso al centro delle battaglie animaliste, era già intervenuto pubblicamente sulla pagina Facebook della struttura dove spiega che l’habitat a disposizione del primate è di “oltre 600 mq contro gli oltre 300 esterni di prima, dove gli alberi sono sempre accessibili insieme a tronchi e “castelli” di legno su cui arrampicarsi, con una cascata ad acqua corrente dove fare il bagno, con prato verde piantumato di essenze speciali da cui può “brucare” ad libitum come farebbe in una giungla, dove non esistono muri ma enormi vetrate perimetrali che permettono a Riù (ma solo se e quando lo desidera, avendo un’infinità di aree dove potersi isolare ed appartare se così preferisce) di stare a contatto ravvicinato con il pubblico, oltre agli ampi due box interni interconnessi, definibili veri appartamenti ora dedicati esclusivamente ad esso, non visibili al pubblico ma dotati di grandi vetrate aperte al mondo esterno, situazione in definitiva ben diversa da come sia stata dipinta”.

Nel lungo post, il direttore conclude dicendo: “A noi piacerebbe ovviamente fare addirittura molto di più per Riù, avendo anche ideato un progetto grandioso per tale specie purtroppo non attuabile per ora per i vari vincoli insistenti sull’area, ma comunque siamo certi che anche i denigratori più estremisti rimarrebbero davvero favorevolmente sorpresi da quanto potrebbero scoprire, se la facessero davvero questa visita a Fasano prima di ergersi a paladini di una battaglia purtroppo scientificamente improponibile ed insostenibile per il ritorno di Riù alla libertà ed alla sua Africa ………. tutti noi concordiamo, siamo consci e siamo certi che sarebbe stato assolutamente giusto ed opportuno lasciare questi cuccioli nel loro habitat originario ma all’epoca (parliamo di 45 anni fa) tutto era possibile: per fortuna da moltissimi decenni almeno la comunità mondiale dei parchi zoologici non ha più bisogno di esemplari di cattura prelevati in natura, essendo più che sufficienti quelli che nascono in cattività ma oramai, a danno compiuto, l’unica cosa che ci resta da fare è dare il massimo ed anche di più per offrire a Riù le migliori condizioni possibili di vita e tutte le cure e l’affetto che merita, non da “ergastolano” ma da vero fratello, da ospite d’onore, da padrone assoluto e Sovrano del suo piccolo Regno fasanese!”.

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