lunedì 2 Dicembre 2024

Opera choc di Cattelan, polemica su bimbi impiccati

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Tragico epilogo, dopo le polemiche sull’ultima opera choc di Catellan, tre manichini raffiguranti dei bambini, “impiccati” ad un albero in piazza XXIV Maggio a Milano. Un uomo di 42 anni è precipitato dall’albero sul quale era salito per staccare i fantocci.


Trasportato subito all’ospedale Fatebenefratelli, non sarebbe in pericolo di vita, anche se i medici attendono la risposta dei primi esami per sciogliere la prognosi. L’uomo che ha tolto due dei tre manichini, si chiama Franco e ha 42 anni: ha agito da solo con l’ausilio di una scala e di un seghetto.


Secondo quanto ha raccontato la guardia giurata, che era stata messa a sorvegliare l’opera d’arte di Maurizio Cattelan, l’uomo si è presentato intenzionato a tirar giù l’installazione. “Più volte ho cercato di fermarlo – ha raccontato il vigilante – ma ogni volta ritornava alla carica, fino a quando è riuscito ad appoggiare la scala e a salire sull’ albero. Lì ha estratto un seghetto e, in equilibrio precario, ha tagliato le corde che tenevano due manichini”.



Ma quando ha cercato di fare lo stesso con il terzo bambino di plastica ha perso le forze ed è rimasto in bilico sul ramo per alcuni minuti, sotto gli occhi di una piccola folla che si era nel frattempo radunata. A un certo punto si è lasciato penzolare dal ramo tenendosi con le braccia, fin quando ha perso la presa ed è caduto a terra, con un volo di alcuni metri.


L’urto è stato ancora più violento perchè l’uomo è caduto sulla sbarra di ferro che delimita l’aiuola della quercia. L’ambulanza è arrivata subito: il medico e gli infermieri hanno effettuato sul posto i primi soccorsi e poi l’uomo è stato portato all’ospedale Fatebenefratelli. Si ignorano per ora le sue condizioni, ma al momento di essere caricato sull’ambulanza respirava, seppure a fatica. I Vigili del Fuoco, con l’ausilio di una scala, hanno rimosso anche il terzo bimbo-manichino dopo che gli altri due erano caduti a terra, uno sull’altro.


In giornata tutti, o quasi tutti, avevano gridato contro la scultura choc. Alla gente che grida “tirateli giù” e che comincia a fare accostamenti con certe immagini di torture che le tv rilanciano da Baghdad non era venuto proprio da pensare che questa potrebbe essere arte, perchè opera di un riconosciuto artista. Hanno gridato anche i politici, dall’opposizione ma anche da dentro la maggioranza, e si sentono parole come “orrore” e “scempio” .


Ma il sindaco Gabriele Albertini, chiamato direttamente in causa da tanta polemica, lui che una foto mostra sorridente ieri all’inaugurazione dell’opera, non ha rinnegato la scelta fatta dalla giunta, non è tornato sui suoi passi, anzi si è mostrato compiaciuto del fatto che l’espressione artistica susciti discussione.


Albertini ha sottolineato che il padovano Cattelan è “artista conosciuto in tutto il mondo”, che la sua è “un’espressione artistica e come tale suscita opinioni discordanti. Si può apprezzare o criticare – afferma il sindaco -, senza dimenticare tuttavia che la libera espressione del pensiero e della creatività è fondamento della nostra civilta”‘. “Com’era prevedibile – conclude Albertini – un’opera così provocatoria farà discutere. Ebbene, si discuta. Non c’è nulla di scandaloso nella contrapposizione tra consenso e dissenso, anzi questi elementi sono indispensabili alla dialettica culturale di una società evoluta”.


Più di un passante oggi ha promesso, e uno ci ha anche provato in mattinata, a raggiungerli e a tirarli giù. Una cinquantina di anni prima era successo ad uno statista,fino a poche ore prima idolatrato dalle folle,finire appeso in una piazza non molto lontana. Al contrario dei tre fanciulli plastificati furono in pochi a reclamarne una civile sepoltura. Anzi,qualche anno dopo, andò di moda uno slogan gandhiano ,”Piazzale Loreto continuerà”,molto amato dalla critica e dall’intellighentia di sinistra.

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