venerdì 8 Dicembre 2023

Per un’Europa Imperiale

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Quello è il nostro compito storico

Il ritorno dell’Impero nel vero senso della parola.
Si dice sempre che la Storia sia fonte di insegnamenti ma, in realtà, degli eventi passati non si fa tesoro e non li si riesce neppure a leggere adeguatamente quando, grosso modo, si ripetono.
È indubitabile che la pandemia di Covid-19 comporterà dei cambiamenti politici ed economici ma non tanto in merito al ruolo degli attuali grandi protagonisti dello scenario geopolitico mondiale, quanto a quello di tutti gli altri Paesi.
Tralasciando le teorie complottiste le quali fino ad oggi si sono rivelate inutili se non addirittura funzionali allo stesso autore del presunto complotto, rafforzandolo, è comunque evidente che la Cina si appresti a riassumere, in modo pieno, il suo vecchio ruolo imperiale (ecco la Storia che ritorna) fino ai confini del Continente eurasiatico.
Non si sfugge: la Cina è già nella fase del postespansionismo economico ed è entrata in quello di tipo politico.
Al contempo, per quanto abbia accusato un brutto colpo con la pandemia, l’altro Impero resta quello statunitense.
È dalla fine del XIX secolo che gli USA marciano senza sosta affermando il loro imperialismo e continueranno a farlo ancora per molto tempo, indipendentemente dall’esito delle elezioni presidenziali che comunque condizionerà la politica europea.
E così, mentre Cina e USA, potendo estendere anche in termini di aiuti umanitari la loro ingerenza nel resto del Mondo, si apprestano a materializzare l’ideologia imperialista in un vero e proprio Impero, accade che i Paesi europei degradino sempre di più a piccole province periferiche.

Ed infatti, l’Europa e gli europei continuano a discutere, a litigare.
Non solo, in ogni stato europeo lo scontro politico viene vissuto come se davvero fosse importante e decisivo, quando invece si sta correndo esclusivamente per ricoprire ruoli marginali, specie da parte del satrapo locale di turno che crede di essere un grande leader internazionale.
Eppure un’alternativa c’è: cambiare radicalmente percorso e immaginare un’Europa imperiale, dignitosamente autonoma e con un potere contrattuale verso l’esterno.
Nel prossimo futuro – ma non immediatamente dopo la fine dell’emergenza (che seppure ridimensionata non finirà), poiché riaprendosi le gabbie i galli e le galline della politichetta italiana torneranno a scannarsi fomentando le relative tifoserie – le attuali categorie e forze politiche non avranno più senso, verranno superate.
Insomma, se l’Europa, i Paesi europei, vorranno contare qualcosa nello scenario geopolitico generale dovranno lasciarsi alle spalle sia l’attuale Unione Europea sia i sovranismi nazionalisti.
L’Unione Europea, così come concepita attualmente, è ridotta ad una sovrastruttura burocratica utile solo ad alcuni stati membri i quali, tuttavia, con la pandemia hanno compreso che pure la loro posizione dominante sta scricchiolando, ma si illudono di poter resistere.
Altrettanto, le spinte sovraniste in direzione, o minacciose, dell’isolamento di ogni singola nazione, comprese le illusorie fughe verso una Russia il cui reale ruolo di potenza è sempre più discutibile, porterebbero allo schiacciamento totale, definitivo dei singoli stati.
Chi sarebbe il referente di ogni Paese se non uno dei due Imperi, cinese o statunitense, tanto da vedere miseramente al governo un nazionalismo-sovranismo di facciata: camerieri da una parte; kamikaze suicidi verso il Paese europeo confinante, dall’altra.
Se il dibattito politico interno dovesse riprendere, anzi continuare tra le parti in gioco, con lo stile polemico e demolitorio, oltre che mistificante, di questi ultimi anni, allora non ci saranno speranze per l’Italia e lo stesso vale anche per gli altri Paesi europei.
Se, invece, si percorrerà la strada di una rifondazione dell’Europa, unita ma con uno spirito e una solidarietà differenti rispetto al passato, quindi un’Europa dei Popoli, ma di Popoli consapevoli e indirizzati da tutte le forze in campo a ritenersi appartenenti ad un’unica famiglia, allora i Paesi europei, così riunificati, potranno avere un futuro e un ruolo importante nello scacchiere mondiale.

Questa Europa, purtroppo, non si rende conto delle sue potenzialità che la renderebbero un Impero al pari di Cina e USA, seppure con caratteristiche diverse, apparentemente meno forti, ma essenziali a livello globale: la cultura poliedrica e quell’umanesimo che è innegabilmente cristiano, quindi autenticamente laico (non laicista), che continua a parlare un linguaggio universale, ecumenico ma non ideologicamente mondialista.
Dopo quasi tremila anni, ancora oggi, l’unica benedizione verso le quattro direzioni dell’Universo viene impartita da Roma, così come è avvenuto il 27 marzo scorso ad opera di un costruttore di ponti.

Massimo Ciullo è un consigliere comunale indipendente di Brindisi

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